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Data: 22/04/2017 -

Pescara, Zeman: "Sono tornato perchè credo nel progetto. Totti? Non è un giocatore da cinque minuti"

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Una vita dedicata al calcio, caratterizzata da sorrisi, delusioni e... sigarette. Sulla carriera di Zeman si potrebbe girare un film per tutti gli aneddoti che circondano il boemo, senza dubbio una delle personalità più forti del calcio italiano. La prossima sfida di campionato vede il suo Pescara affrontare all'Adriatico la Roma, società in cui Zeman ha trascorso un periodo importante della sua vita. Lui però non è tipo da lasciarsi andare a facili sentimentalismi e, nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, sottolinea come si tratti di una gara come le altre.

Il derby è una partita come le altre, così come la partita contro la Roma. E' un match che fa parte del campionato, ci sono sempre tre punti in palio. La formazione giallorossa rimane sempre un’ottima squadra. Certo, le eliminazioni in Coppa Italia e in Europa League non se le aspettava nessuno. Resta in corsa per lo scudetto, anche se la Juve ha dimostrato anche questa settimana che è una grande squadra, ha giocatori importanti. Se la Roma si esprime al massimo può competere anche con la Juventus, ma durante il campionato ha avuto qualche pausa".

Il ritorno a Pescara per una sfida alquanto complicata, Zeman spiega cosa lo ha spinto a dire sì ai biancoazzurri: "Sono tornato qui perchè penso che si possa fare ancora qualcosa di importante, anche se erano tutti convinti che la retrocessione fosse decisa, c’è stata la possibilità di invertire la rotta, ma non l’abbiamo sfruttata. Ora pensiamo a costruire una squadra più strutturata. A me piace stare in campo, mi piace non lavorare, ma far lavorare per vedere miglioramenti, se ci si riesce. Non ho mai cambiato l’idea di calcio, avrò cambiato le esercitazioni, ma l’idea di calcio che cerco di mettere in pratica è sempre la stessa".

Il calcio italiano in Europa è rappresentato in questo momento solo dalla Juventus, Zeman indica i punti da cui ripartire per migliorare rilanciare il football made in Italy: "La Juve ha una società meglio organizzata e strutturata, economicamente sta bene, si può permettere di mantenere i giocatori più forti, se va via uno importante cerca di prenderne un altro, mentre le altre società devono vendere per necessità e quindi non si riesce a portare avanti un progetto. Penso che vendendo sia difficile competere e vincere, se non si ha la possibilità di mantenere i migliori e lavorare con loro. La Juve da cinque anni ha uno zoccolo duro di dieci giocatori, alla Roma dopo cinque anni ci sono Totti, che non è più Totti, Florenzi e De Rossi. Spero che l’infortunio di Florenzi non lo condizioni, nel futuro se si rimette a posto e sta bene può crescere, è ancora abbastanza giovane. Con me giocava centrocampista, perché quando sono tornato ho rifatto la Roma come era prima e al posto di Di Francesco avevo Florenzi, hanno le stesse caratteristiche. Totti? Io continuo a dire che Totti ha fatto tanto e sono convinto che se si sente di giocare ed è più bravo dei compagni che ha attorno è giusto che continui. Quando si accorgerà che gli altri sono superiori dovrà smettere. Penso che non sia un giocatore da ultimi cinque minuti, anche se nel finale dello scorso campionato è stato lui a portare la Roma in Champions".

Poi Zeman torna sul suo rapporto con De Rossi: "Si è insistito molto su questo punto. Il suo rendimento con me non è stato positivo. Aveva la media del 4,5 e non ero io che davo i giudizi. Il tipo di gioco che adottavo non si adattava alle sue qualità. Il calcio che voglio io è diverso, da giovane lo ha fatto, quando è diventato più esperto non è riuscito ad adattarsi. Tutti considerano quella stagione deludente, ma io la considero ottima. La critica diceva che facevamo il calcio più bello d’Italia, espresso in particolare nelle partite vinte contro il Milan e la Fiorentina. Avevo conquistato la finale di Coppa Italia, che purtroppo non ho potuto giocare io. E le plusvalenze fatte dalla società sui giocatori lo considero un altro aspetto positivo. Mi sento a posto e quella la considero una stagione positiva. Pallotta? Ricordo poco o niente. L’ho incontrato poche volte, mai da solo. Io non parlo inglese, lui non sa l’italiano. L’ho visto sempre con gli altri. I presidente è in America, Baldini a Londra. Una squadra ha bisogno di avere i dirigenti vicini. Non sono d’accordo nemmeno sull'eventuale scelta di Monchi. Il calcio in Italia dovrebbe farlo gente che ha vissuto il calcio italiano e che ha esperienza specifica. Emery ha fatto risultati importanti con il Siviglia, ma ci sono allenatori che rendono di più in certi contesti. Il calcio spagnolo è diverso da quello italiano, bisogna vedere se si adatta o se riesce a far adattare la squadra alle sue idee".

Inter e Milan si sono affidate alla proprietà cinese, Zeman chiosa: "Penso che oggi il calcio dipenda molto dall’economia. Secondo me i soldi non sono tutto, sono importanti ma bisogna saperli usare. Conta avere una società che ha al suo interno dirigenti capaci, con una organizzazione. Se non c’è questo i soldi non contano niente. Se fosse dipeso tutto dai soldi gli inglesi avrebbero dovuto vincere tutto, visto che ne hanno più di tutti e invece stranamente sono anni che non vincono e sovvenzionano il calcio europeo comprando a caro prezzo e poi regalando i giocatori agli altri Paesi. La Lazio sta facendo un buon campionato senza grossi sforzi. Anche Lotito ha qualche problema di struttura societaria, sul piano organizzativo potrebbe fare meglio. E’ una questione di fiducia. Lotito fa la maggior parte delle cose da solo, non ha uno staff di persone a cui delegare".

Sul fronte azzurro, Zeman crede nel lavoro di Ventura: "Ha un avversario difficile come la Spagna, ma se riesce fare bene a settembre può farcela. Dipende molto dal lavoro dei club, dalla preparazione, i ritiri. Poi ci vuole il giusto mix tra i vecchi di grande esperienza e i giovani di talento. Immobile? Sta facendo bene dopo due anni di sofferenza in Germania e in Spagna. E’ tornato quello che era prima ed è uno che fa gol. Vorrei riproporre quanto fatto con Ciro, Verratti e Insigne, spero che riusciamo a trovare ragazzi di talento. Se sono più di tre è meglio. Coulibaly? Io faccio calcio, non penso se uno è biondo o scuro. Ho trovato questo ragazzo, ha qualità da svliuppare, proviamo a lavorarci e vediamo se riuscirà a fare cose positive. Non ha esperienza di calcio su campi veri, ma per essere un ‘99 ha talento".

La Juventus affronterà il Monaco in semifinale di Champions, Zeman esprime il suo parere: "La Juve ha dimostrato che riesce a fare bene sia la fase difensiva che offensiva. Con il Monaco l’unico pericolo è sottovalutare l’avversario. In Italia non corre pericoli, ha qualcosa di più, ha giocatori importanti. Se cambiano Tevez con Higuain non ci perdono mai. L’ossatura della squadra da sei anni è sempre la stessa. Io sono stato mandato via dalla Roma anche se avevo un altro anno di contratto perché con me il sistema ci avrebbe impedito di vincere. Nel mio secondo campionato ci sono mancati 23 punti per errori arbitrali. Quelli erano errori calcolati, non come quelli del Real Madrid, per intenderci. Sensi quando decise di investire - anche troppo, secondo me - capì che con me non poteva vincere, ha cambiato e accettai quella decisione. Ma questa è una storia conosciuta, sono usciti i libri neri, basta andare a rileggerli".



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