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Data: 04/02/2016 -

Pescara, Oddo: "Lapadula e Caprari? Con una mentalità alla Gattuso diventeranno campioni"

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Il Pescara ha messo il turbo e adesso punta dritto alla promozione diretta. Sette vittorie di fila, 21 punti, quasi lo stesso bottino conquistato nelle prime 17 giornate, 25. Massimo Oddo può essere più che soddisfatto del momento: "Sì, molto soddisfatto, ma il calcio è fatto di momenti. Per i risultati vediamo alla fine, sui giovani e il gioco ho la fortuna di avere una società che ha sposato le mie idee - racconta a "La Gazzetta dello Sport" - Ho grande rispetto quando vedo uno come Cosmi Delio Rossi, ma nessuno mi ha mai fatto pesare l’etàNel calcio vale tutto. Hanno vinto Trapattoni e Zeman, che sono agli antipodi come calcio. Io credo che contino le idee. E poi è importante l’esperienza: conosco i giocatori, ora sto imparando a gestirli. Bisogna crescere sperimentandosi, il salto in prima squadra è notevole, a prescindere dalla categoria. Io prima di iniziare avevo 100 idee, me ne sono rimaste 50-60 e intanto ne ho trovate altre. Nel settore giovanile puoi sbagliare, con i grandi no" 

La differenza tra l’Oddo calciatore e l’Oddo allenatore? "Sono cresciuto, ho cambiato compagna ma sono sempre me stesso, senza fingere maiMi sono laureato in Scienze Manageriali dello Sport, mi vedevo dietro alla scrivania, alla Galliani. Ma è difficile fare quella carriera, è una casta, e il mio cognome è pesante. Ho avuto la possibilità di allenare e adesso amo questo lavoro. Bisogna capire i giocatori, non prendere se stesso come esempio e non aspettarsi che siano come i compagni di una volta. La squadra perfetta è quelle che, se gli altri giocano su di te, tu trovi il modo di aggirarli. Rotazioni, movimento, inserimenti, nessun punto di riferimento. Ogni allenatore ha la sua testa, qualcuno preferisce guardare partita per partita, io preferisco vincere attraverso il gioco. Ma si può vincere anche come il Carpi che aspettava e colpiva". 

Oddo trova una definizione per il suo Pescara: "Caos organizzato, esattamente. La definizione mi piace. Ma quando ci difendiamo ci deve essere solo organizzazioneQui mi è servita molto l’esperienza da calciatore, so come vivono la sosta e il mercato i giocatori. Sono entrato nella loro testa, oggi l’allenatore deve essere anche psicologo. Zeman? Ha dogmi molto precisi, mosse predeterminate. Con me il giocatore ragiona, si muove in relazione all’avversario e alla palla. Se c’è una difficoltà ne deve uscire da solo, non per le dritte dell’allenatore"Caprari e Lapadula stanno trascinando i biancoazzurri a suon di gol: "Caprari ci ha messo 4 anni a capire di essere forte; si è liberato dalla Roma e gli è scattato qualcosa in testa, ora conosce il sacrificio e gioca anche senza palla. Il suo talento l’ho visto in pochi. Come Lapadula ne ho visti un po’ di più, ma con una fame del genere pochi; può non porsi limiti. Se a loro viene una testa come quella di Gattuso, diventano campioni" 

Pescara, Cagliari Crotone provano la fuga: "Ho visto grandi progressi. Ci sono state partite in cui abbiamo dominato e abbiamo perso. Adesso sappiamo soffrire e gestire i momenti: la vittoria sul Bari è l’esempio. Guardo davanti. Dobbiamo andare forte per prendere Cagliari o Crotone: se così facendo si staccano quelle dietro, meglio. Ma è più semplice rincorrerne una che cercare di staccarne 5-6. E il più grande limite umano è porsi dei limiti".

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