Altra sconfitta pesante per il Pescara, che perde all'Adriatico per tre a zero contro il Bologna e rimane al penultimo posto in classifica. Del momento difficile della sua squadra, con la relativa contestazione dei tifosi, e non solo ha parlato Massimo Oddo ai microfoni di Sky Sport: "Le responsabilità me le prendo tutte io, sono l'allenatore e sono a capo di un gruppo. Quando il gruppo va male, le colpe sono mie. E' un momento difficilissimo, quello che pesa di più in questo momento è la testa, che ci fa fare errori imperdonabili, grossolani che non si dovrebbero fare nemmeno in Prima Categoria. La paura la fa da padrone e l'unica cosa per superare questi momenti è sperare in un qualcosa di positivo che ti può accadere durante la partita, magari all'inizio. Noi invece alla prima palla che entra nella nostra area, prendiamo gol.
La classifica parla chiaro e ci prendiamo le nostre responsabilità, dobbiamo lavorare e sperare in una sterzata positiva con magari un pizzico di fortuna in più. Poi le partite le perdi perché meriti di perderle. In questo momento ci va tutto storto. Noi cerchiamo di giocare a calcio palla a terra perché quelle sono le nostre caratteristiche. E' ovvio che in questi momenti la paura fa sì che venga meno anche questo, abbiamo tanti giocatori giovani che non si sono mai trovati in questi momenti. Dobbiamo avere la forza mentale per giocare con la massima spensieratezza, ma è difficile. Io se avessi la certezza che giocando male potrei vincere tutte le partite, gli direi di giocare male.
Noi siamo il Pescara - spiega Oddo - e le nostre potenzialità economiche per fare mercato sono nettamente inferiori ad altri. La seconda cosa che mi preme chiarire è che il calcio non è una fabbrica. Qui fai delle scelte, delle scommesse ed è tutta una scommessa, appunto. Non è che perché tu prendi un giocatore di esperienza o di qualità questo risulterà poi il migliore. C'è chi riesce a entrare bene in una squadra e chi con più difficoltà.
La contestazione dei tifosi alla cena di Natale? Era una cena preventivata, con gli sponsor e tutto, ma vi posso assicurare che nessuno aveva entusiasmo o voglia di fare festa visto il momento. E' stata comunque una contestazione normalissima, non sono volati calci, pietre e schiaffi, ma è stato semplicemente apposto uno striscione. Quello che mi dispiace è che quando ottieni risultati salgono tutti sul carro dei vincitori e in un attimo scendono tutti. Ma questo non mi dà fastidio, è la normalità. Io ho una lunga esperienza e con queste cose mi sono sempre caricato perché avevo la voglia di dimostrare il contrario di quello che si diceva. La cosa che mi spiace di più in assoluto è che si sia cominciato a contestare la squadra ancora prima che cominciasse la partita.
Da domani - conclude l'allenatore del Pescara - andiamo in ritiro. Ma non è un ritiro punitivo, serve soltanto per ritrovarci. Anche perché abbiamo capito che purtroppo il pubblico di Pescara ha scelto di non aiutarci e quindi lo dobbiamo fare da soli".