Il Perugia mette la quarta e vola in classifica. Dopo nove giornate i grifoni sono quarti, a soli tre punti dal secondo posto che varrebbe la promozione diretta e sognano in grande. "I risultati dicono che abbiamo individuato la strada giusta" - dichiara Gianluca Comotto nel corso di un'intervista concessa al Corriere dello Sport - "Ci siamo levati tanti dubbi dalla testa. Un mese fa eravamo sulla bocca di tutti per la qualità del gioco, purtroppo però non arrivavano le vittorie. Bucchi è stato molto intelligente, perché la squadra è stata stimolata nel modo giusto, e i giocatori hanno il merito di aver recepito i messaggi nel modo giusto. Svolta? Il match vinto contro la Spal con la rete di Nicastro nel finale: a livello di prestazione, forse, era stato il nostro peggior match. Ma vincendo, abbiamo ritrovato la fiducia e abbiamo capito come gestire i 90 minuti, prima andavamo a sprazzi. Difetto tipico di un gruppo nuovo".
Comotto descrive questi primi mesi da "grande", con il passaggio dal campo alla scrivania: "E' stato un passaggio soft visto che ero stato il capitano della squadra, quindi ricoprivo un ruolo un po' da cuscinetto tra club, allenatore e squadra. Per questa evoluzione non finirò mai di ringraziare il presidente del Perugia, Santopadre. Da grande non farò l'allenatore, è un ruolo 'infame'... Ma anche lo stesso ruolo di dirigente non è tanto più semplice. Mi vedo dirigente, anche per sfruttare la laurea in scienze economiche: devo capire se il mio indirizzo sarà prevalentemente sulla parte sportiva oppure su quella organizzativa".
Comotto, Rolando Bianchi, Chiosa, Brighi, Guberti, a Perugia ci sono tanti ex Torino: "No è una casualità e lo dico pensando a come sono arrivati i risultati: vedo un autentico spirito guerriero. E nel Torino di oggi, tra l'altro, ci sono protagonisti che conosco bene: giocai con Ljajic nella Fiorentina di Mihajlovic. Adem è un fuoriclasse, e Sinisa è un tecnico da Toro. Bucchi? Ha un grande futuro: Bucchi ha le idee chiare, insegue il bel gioco ma non si dimentica della concretezza. E ha un ulteriore vantaggio: è giovane, quindi ha flessibilità mentale e comunica con facilità con i calciatori".
Samuel Di Carmine è esploso: "Abbiamo creduto in lui, anche di fronte a offerte importanti. Di Carmine deve mantenere questa fame e farà strada. Salvatore Monaco? E' un giocatore vecchio stampo, la sua grinta è sempre più una rarità. E poi unisce la stazza alla velocità. E' un giocatore su cui puntare a lungo termine". Obiettivo stagionale? "A parte il Verona, di un'altra categoria, vedo tanto equilibrio. E allora condizione e motivazioni faranno la differenza. E noi, in una piazza come Perugia che fece segnare un 'tutto esaurito' in poche ore anche in Lega Pro, l'ardore dobbiamo sempre portarlo in campo. Serie A? Quando arrivai, dissi che col Perugia sarei tornato. E’ ciò per cui lavoriamo".