Chi non ha mai sognato di vedere il proprio volto su unafigurina? E' la massima ambizione di ogni ragazzino appassionato di calcio, comparire all'interno di quell'album che si custodisce quasi come una reliquia. Simone Perrotta era uno di quei bambini che non vedeva l'ora che il padre portasse a casa quelle bustine utili a completare la collezione e a giocare con gli amici. Sì, perchè ai suoi tempi con le figurine si faceva soprattutto questo, si giocava e si sognava di poter fare qualsiasi cosa con il campione di turno.
Poi, finalmente, quel sogno è divenuto realtà: "Diventare una figurina ti fa pensare di poter fare il calciatore come mestiere - racconta Perrotta ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com dalla presentazione dell'album Panini - Ricordo ancora la prima volta che mi vidi, pensai subito che forse avrei potuto guadagnare davvero con il calcio. Ma l'emozione che c'era nello scartare è unica, completamente diversa. Ricordo che papà lavorava di notte, faceva il segretario in un albergo, e ogni tanto la domenica quando tornava da lavoro mi lasciava due o tre bustine sul tavolo. La domenica mattina mi alzavo con la curiosità di vedere se mio padre avesse pensato a me. Quando le vedevo lì sul tavolo era sempre un'emozione molto forte. Scartarle e poter trovare il giocatore della mia squadra del cuore era molto bello. Rispetto al passato i collezionisti sono cambiati. Al di là dello scambiarsi le figurine ai miei tempi c'erano tantissimo giochi che vedo che i miei figli non fanno più. Ai miei tempi, non esistendo i giochi tecnologici di oggi, dovevamo ingegnarci e con le figurine si potevano fare diversi giochi. Ammetto che un po' mi manca. Cosa rappresenta l'album Panini per la cultura di questo sport? Tutti siamo stati collezionisti da bambini e tutti abbiamo figli che fanno lo stesso. Credo sia una delle cose belle fatte qui in italia ".
Pensieri non solo rivolti a quando era un bambino, Perrotta parla anche della squadra più importante della sua carriera, quella Roma che adesso sta attraversando un periodo complicato. "La crisi della Roma? Non sta a me dire come se ne esce - continua l'ex centrocampista - Ci sono giocatori di grandissima esperienza e di grandissima qualità, sapranno sicuramente come venirne fuori. Roma è una piazza delicata, purtroppo i calciatori vivono l'esaltazione e la depressione che vivono la città e i tifosi, ma ora dovrebbero estraniarsi e pensare solamente a giocare. Se giochi nella Roma devi ambire sempre a vincere lo Scudetto. Rappresenti un bacino d'utenza come quello dei tifosi romanisti, quindi se pensi di non ambire allo Scudetto hai sbagliato piazza. Nonostante questi problemi, però,credo che la Roma possa ancora vincere lo Scudetto, sono solo sei i punti di distacco dalla vetta. Un'eventuale cambio in panchina? Non so se possa essere giusto cambiare Garcia e prendere Spalletti. Sono valutazioni che deve fare chi sta tutti i giorni a contatto con la squadra. Io continuo a ripetere che l'allenatore vada giudicato sotto tanti aspetti, non solo risultati e titoli. Quello che propone durante la settimana, l'empatia con il gruppo, come riesce a gestire i momenti e le partite. Solo chi ha questi elementi può giudicare".
Proprio con Luciano Spalletti in panchina Perrotta ha vissuto le sue stagioni migliori: "Di Spalletti ho ricordi più che positivi, la squadra giocava bene, ci siamo qualificati per due anni ai quarti di finale di Champions League. E' senza dubbio un ottimo allenatore e lo ha dimostrato anche lontano da Roma, ha fatto ottime cose sia a Udine che a San Pietroburgo". Tra le note positive in casa c'è l'esplosione di Umar Sadiq, attaccante classe '97 che ha messo a segno due gol nelle ultime due partite con la prima squadra: "Il settore giovanile della Roma ha una storia molto importante - prosegue il campione del mondo classe '77 - molti ex primavera giallorossi hanno giocato titolari sia in prima squadra che in altri club di Serie A. Sadiq? Fa impressione vedere un giocatore che in due partite passa dalla Primavera alla Serie A riuscire a fare due gol ed essere così determinante, mi ha stupito".
Nel passato di Perrotta anche l'esperienza con la maglia della Juventus, squadra che si è prepotentemente rilanciata nella corsa Scudetto: "Quello che più mi ha sorpreso della Juve è stata la prima parte della stagione, quando non riusciva ad ottenere risultati. Hanno perso Pirlo, Vidal e Tevez, giocatori con personalità, determinanti in ogni partita, ma hanno preso dei giocatori giovani ma di grandissimo spessore. Appena sono riusciti a calarsi nella realtà juventina i risultati si sono visti e tutta la squadra ne ha giovato".
Chiusura sul mercato: "Chi sarà il miglior acquisto di questa sessione? Non lo so. Vedo molti giovani in B che fanno bene, Mazzitelli e Ricci stanno facendo bene - conclude Perrotta - li conosco personalmente avendo giocato con noi in prima squadra. Si intravedevano cose positive".
A cura di Francesco Guerrieri e Guendalina Galdi