C’è un’immagine che dice molto, forse tutto quello che è, ancora, Francesco Totti per la Roma, a quasi 40 anni. 35’ del primo tempo, inizia un diluvio torrenziale sullo Stadio Olimpico e Francesco Totti si alza dalla panchina e inizia il suo riscaldamento. Da solo, sotto una pioggia che è diventata grandine, vestito solo con una maglietta a maniche corte. Spalletti ha già capito. La Roma ha bisogno di lui, serve il capitano. E lui come un ragazzino qualsiasi non fa un fiato, si alza e si prepara. Per la sua Roma.
Perché lo aveva detto appena due giorni fa: “Puntate ancora su di me. La mia passione è senza limiti e per questa Roma ci sarò sempre”. Detto fatto. Finito il diluvio Spalletti lo inserisce in campo e lui risponde presente. Come sempre. Quindici minuti e inventa un assist da 40 metri che mette in porta Edin Dzeko. Svaria su tutto il fronte d’attacco, chiede palla. Si carica la Roma sulle spalle. La squadra ha bisogno del suo capitano e lui non si tira indietro. E all’ultimo minuto un altro finale da libri di storia. Come con il Torino lo scorso anno, come in centinaia di altre partite in 25 anni di Roma. Totti risolve la partita. Calcia e segna il calcio di rigore del 3-2 finale. Senza paura, senza timore. Perché lui per la Roma ci sarà sempre. E’ solo questione di amore.