"La 10 della Juve non va ritirata. È bello che i bambini sognino di giocare con quella maglia". Alessandro Del Piero dixit, dopo il suo addio alla maglia bianconera. Era il 2012 e da allora quella maglia non ha più trovato un “padrone”. Dapprima si è riposata, troppo lungo e intenso il viaggio sulle spalle del capitano. Poi, errante, ha ripreso il suo cammino: poggiandosi sulla schiena larga e tatuata di un leader venuto da lontano. Viaggio breve ma intenso: Carlitos Tevez l’ha onorata per due stagioni, segnando e trascinando due Juventus diverse. La sua (o della società…) fu una scelta d’impatto, ma #Tevez10 andava oltre i numeri, non era un unicum: Tevez era Tevez a prescindere dal numero che si portava dietro.
Tornato al Boca, ecco la 10 ancora vacante. Ci sarebbe un altro argentino verso cui dirigersi, ma… Ma se vacante fa rima con pesante, un motivo ci sarà. Paulo Dybala si prende la 21 che fu di Andrea Pirlo e Zinedine Zidane, la 10 va a Paul Pogba. Che il talento per indossarla, questo non è in discussione, lo ha. Che è anche più personaggio fuori dal campo di Carlos Tevez. Che può, in linea di principio, essere una rottura con i 10 bianconeri del passato ma allo stesso tempo rappresentare quell’osmosi tra numero e nome che solo quella maglia può dar vita. Tutto però resta potenziale, perché Pogba brilla sì, ma un po’ ad intermittenza. Perché è più difficile, per i tifosi, perdonargli una partita svogliata se sotto il suo nome c’è quel numero. Perché forse sente, inaspettatamente, quel peso; perché forse è già proiettato altrove e il viaggio della 10 errante sulle sue spalle coincide con la fine del suo in maglia bianconera: direzione Manchester. Estate 2016: non arriva a Torino un giocatore con le caratteristiche di un 10. Si riapre il dibattito e c’è chi auspica che sia Marchisio, erede di Del Piero nella forma ma non nella sostanza, ad indossarla; c’è chi addirittura scomoda Buffon, il “nuovo capitano”. Buffon 10: strano eh? Dybala conferma di non volere abbandonare il suo 21. Così la 10 si prende un altro anno sabbatico.
“La 10 a Dybala starebbe bene”. E così Alex Del Piero veste i panni del veggente. Perché arrivati all’estate 2017, la Juventus annuncia il suo nuovo numero 10. Non è Bernardeschi, come molti si aspettavano dopo il suo acquisto. Ma è Paulo Dybala. Che evidentemente, adesso, si sente le spalle abbastanza larghe per indossarla. Che dopo due anni “di apprendistato” sente di aver dimostrato di poterla meritare. Lui che, a proposito di forma e di sostanza, è l’erede tecnico e ideale di Pinturicchio. Quello che in campo lo ricorda di più, quello che a volte ha pure segnato, “alla Del Piero”. Un annuncio forse strategico, anche in chiave mercato, perché spegne le voci che avrebbero voluto Dybala al Barcellona come sostituto di Neymar.E così, la “10 errante” ha trovato un nuovo porto. Il tempo dirà se sarà un porto sicuro: difficile fare previsioni a lungo termine, in questo calcio. Le piacerà, però, il suo nuovo proprietario. Ha la faccia pulita e il talento delle cose più rare. Ha fatto ma può ancora fare (di più). Ha una narrativa personale già corposa, che parte dai sorrisi e dalle lacrime dell'istituto di Cordoba, sfiora il calore di Palermo e si consacra nel sogno austero di Torino. Con una “benedizione”, in forma scherzosa: “Sfidiamoci con i calci di punizione, quando vuoi”. Fu un siparietto di qualche mese fa a Sky Sport tra Del Piero e Dybala, un guanto di sfida lanciato e raccolto. Il primo sorridente e consapevole, il secondo umile e un po’ imbarazzato. Uno scambio che è continuato anche stasera su Twitter: gli auguri di Del Piero "In bocca al lupo, goditela da juventino vero. E facci divertire!". La risposta di Dybala: "Grazie mille Alex, è un onore portare la tua maglia. La sfida di punizioni tra 10 sarà ancora più bella!" Sì, avrà tutt’altro sapore, perché nell’immaginario collettivo del tifoso bianconero la linea di successione della 10 passa direttamente da San Vendemiano a Laguna Larga.