Déjà vu (quasi) servito. Stessa porta, stesso protagonista, stesso angolo scelto: e poco importa stavolta la posizione sia leggermente più accentrata rispetto all’ultima perla regalata su punizione, decisiva per sbloccare la sfida contro il Palermo nel 4-0 del 9 aprile scorso. Il risultato è ugualmente eccellente, regalato da un mancino che partita dopo partita sta risultando essenza qualitativa di un Milan che, grazie al suo numero 8, prosegue nel proprio cammino positivo di inizio stagione.
Il piede è quello di Jesus Joaquin Fernandez Saez de la Torre: in una parola, meglio nota a tutti, Suso. Uno che ha voluto il Milan fortemente, sicuro di potersi imporre ad alti livelli dopo la rivitalizzazione made in Gasperini al Genoa per meritare finalmente, in un top club, la maglia da titolare: ora, dopo un anno ad alto livello da inamovibile nello scacchiere di Montella ed un’attesa più lunga del previsto, il rinnovo non può che essere l’esito più scontato di una storia destinata a continuare, nonostante "ci sia ancora da parlare". Con un incontro atteso nei prossimi giorni per mettere definitivamente, a Casa Milan, nero su bianco.
E dire che la copertina della gara contro il Cagliari, almeno poco prima del gol del momentaneo pari firmato da Joao Pedro, sembrava destinata ancora a Patrick Cutrone: (co)protagonista di un’altra serata eccezionale, alla terza gara da titolare condita da altrettanti gol segnati e più giovane giocatore ad aver segnato almeno due reti nei top 5 campionati europei, ormai tutt’altro che una sorpresa. A San Siro ormai idolo, sulle tribune (e sui social) tormentone riadattato su “Riccione” dei TheGiornalisti: almeno per questa sera, però, la strofa cantata ad alta voce non è solamente il ritornello sul numero 63 rossonero. “Parte il campionato e si riaccendono le stelle”, quella di Suso compresa: 2 gol e 2 assist in due partite, tanto per mettere a tacere chi minimamente dubitasse su una sua possibile assenza dall’undici titolare nell’eventualità di un futuro, possibile cambio modulo. Che tra 4-3-3 o eventuale, nuovo 3-5-2, non potrà comunque fare a meno dell’estro del talento di Cadice, partito a razzo e (come richiestogli da Montella) molto più concreto sottoporta.
Dalle vacanze a Formentera ad altre precedenti dichiarazioni rilasciate, con un solo chiodo fisso in testa: le offerte non mancano e non sono mai mancate, ma la priorità è rimasta sempre la stessa, al pari dell'incedibilità stabilita dal club. Perchè per Suso, con il Milan, è stato amore a prima vista: maglia del debutto in Coppa Italia contro la Lazio ancora conservata e appesa in casa, anche in un inizio d’avventura complicatissima e, almeno dalle prime impressioni, senza apparente grande esito. Testardaggine, talento e convinzione, invece, hanno portato a far leggere sulla distinta odierna “Vice capitano” di fianco al suo nome: il passato da incompiuto pupillo dell’ex ds Maiorino, in pressione tre anni fa su Galliani per promuoverne l’acquisto a 200 mila euro dal Liverpool, è accantonato ma non dimenticato. Esempio? La pennellata mancina decisiva che sa di déjà vu, dal Palermo al Cagliari, con vista rinnovo. In un Milan che per davvero, partita dopo partita, porta sempre più volto e marchio di Jesus Joaquin Fernandez Saez de la Torre: o più semplicemente, Suso.