E’ finita esattamente come nessuno voleva finisse: pareggio e tutti a casa scontenti. Milan e Lazio, nel giorno in cui dare una risposta doveva essere l’obiettivo principale, decidono di non farsi male: 1-1, chance importanti da ambo i lati e una classifica che non si smuove, andando di pari passo con un umore che, per l’ennesima stagione (soprattutto in casa rossonera), sembra destinato a rimanere ben lontano dalla felicità.
Una partita tra deluse che non ha certamente riportato troppi sorrisi da ambo i lati: occasioni create tante, gol pochi. Uno per parte, tutto in un botta e risposta a 6 minuti di distanza: Parolo chiama, Bacca (e Luiz Adriano) rispondono. Poi, linea che cade: un paio di squilli tra Candreva e Felipe Anderson (Donnarumma strepitoso nella circostanza) e soprattutto Milan e Bonaventura, tra attimi giusti persi ed un pizzico di sfortuna (una traversa ed un palo) sulla propria strada.
Cos’è cambiato nelle situazioni delle due squadre? Sostanzialmente nulla: da una parte il pubblico laziale contesta Lotito, fresco di cocente eliminazione dal’ Europa League e da una stagione ben lontana dalle aspettative; dall’altra, Berlusconi osserva in tribuna, con un velo di perplessità che, dopo il sole apparso a Milanello post 9 risultati utili consecutivi, ora sembra nuovamente aver lasciato spazio a banchi di nebbia ancora fitti. Tre prestazioni senza risultato pieno tra Sassuolo, Chievo e Lazio che non permettono agli uomini di Mihajlovic di avvicinare ulteriormente Inter e Fiorentina, mentre il punto portato a casa da Pioli sa tanto di panchina momentaneamente salvata.
Quel che è certo è che, dalla serata di San Siro, nessuno esce vincitore, in tutti i sensi: tra presidenti e tifosi da convincere, Milan e Lazio scelgono di rimandare ancora una risposta convincente mai arrivata in questa stagione. Destinata a chiudersi con qualche sorriso in più in casa rossonera, che potrebbe diventare a 32 denti con una Coppa Italia in più in bacheca, e da una rivoluzione più che possibile nell’ambiente biancoceleste, ormai lontano anche da un’Europa che ad inizio stagione sembrava tutt’altro che irraggiungibile.