Rialzarsi, riscattarsi e ripartire. Parole che profumano di coraggio e possibilità per il Parma che si presenta ai nastri di partenza della Serie B 23-24 con la voglia di cancellare la cocente eliminazione ai playoff contro il Cagliari e cullare il sogno di tornare in Serie A.
La rosa non è cambiata molto sul mercato, ma ha perso due giocatori di spessore e d’esperienza. Da una parte Franco Vazquez, che a fine contratto si è trasferito alla Cremonese, ma soprattutto Gigi Buffon. Non solo un calciatore, ma un faro della squadra.
La società ha voluto puntare sulla continuità del progetto, confermando in primis l'allenatore dopo l'ottima prima stagione e poi puntellando la squadra, mantenendo intatto lo zoccolo duro. Calciatori funzionali al modo di giocare, giovani con ampi margini di miglioramento e più responsabilità da chi, in questo gruppo, c'è dall'ultimo anno in Serie A.
Il presidente Krause ha voluto portare avanti il suo progetto a tutti i costi, nonostante i malumori dopo la retrocessione nel 2021. E ora l'orizzonte sembra essere più limpido e senza nubi. Il Parma attende la prima tappa della nuova stagione, nonostante abbia già fatto vedere di essere a buon punto sia nel precampionato e sia in Coppa Italia con il 3 a 0 del San Nicola contro il Bari.
L'eredità di Buffon
Punto di riferimento dello spogliatoio, amico, compagno, consigliere e un carisma da leader. Buffon è stato l'esempio perfetto per un gruppo giovane che, in questi due anni dal suo ritorno, ha fatto crescere tutta la squadra. Importante dentro, quanto fuori dal campo come nelle parole rilasciate in conferenza dopo la vittoria sul Genoa al Tardini. Parole forti e con un indirizzo preciso: creare una mentalità vincente.
La stessa su cui si è sempre battuto Pecchia, il cui lavoro in questo senso è stato importante e Buffon è stato bravo a essere quella mano su cui poter contare nei momenti difficili. Partita dopo partita il gruppo è cresciuto, nelle sconfitte e nei fischi dei propri tifosi ha saputo ritrovarsi e concludere al meglio la stagione. Ora si riparte da zero, ma con un anno d'esperienza in più sulle gambe e con qualcosa in meno nella carta d'identità. L'obiettivo è chiaro e l'eredità lasciata da Buffon va proprio in questa direzione: puntare alla Serie A.
Giovani e le idee di Pecchia
Questione di scelte. Questione di punti di vista. Il Parma ha fatto le sue scelte e ha deciso di ripartire con alcune novità. A dirigere l'orchestra è Fabio Pecchia e quest'anno sembra avere anche più alternative dal centrocampo in su rispetto alla passata stagione. Senza Vazquez, il mercato ha portato in dote la vivacità di Begic (2003 dal Vicenza), l'estro di Partipilo, l'esperienza di Colak (dai Rangers) e il ritorno di Hernani in mezzo al campo con le confeme di Sohm, Bernabé ed Estevez: gamba, equilibrio e, soprattutto, qualità. Le certezze in fase difensiva con la gioventù di Circati, aspettando la miglior condizione di Del Prato, e la sorpresa Coulibaly a destra.
"Testa bassa e lavorare". Questo è sempre stato il diktat firmato Fabio Pecchia, un sinonimo di garanzia per la crescita del gruppo. I segnali positivi arrivano anche dalle amichevoli del precampionato in cui gli emiliani hanno messo sotto anche club di categoria superiore: la Fiorentina e il Sassuolo, oltre ai test con Elche e Bochum. Mai sconfitti i gialloblù e la conferma è arrivata al San Nicola contro il Bari, dove il Parma ha trovato un successo importante con una delle squadre che ha combattuto fino alla fine per la promozione in Serie A. Presto per dire a cosa potrebbe ambire la squadra emiliana, ma le premesse sono ottime.
FOTO: PARMACALCIO1913