Il calcio di oggi, in Italia come in gran parte degli altri Paesi europei, è il frutto di una continua evoluzione che ancora continua a stupirci. Anni fa, l'intervento di imprenditori stranieri nel settore o la spesa di cifre ultramilionarie sarebbero stati probabilmente impensabili. E chi nel mondo del calcio ci sta da parecchi anni, ovviamente, la differenza tra presente e passato la conosce bene: Cosimo Sibilia è il vicepresidente della Federcalcio, ma anche presidente della Lega Nazionale Dilettanti, senatore da due legislature, segretario di Presidenza a Palazzo Madama ed ex presidente della Provincia di Avellino. Proprio ad Avellino, è nata la sua passione per il calcio, ereditata dal padre, ex presidente della squadra della città. In un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Sibilia ha parlato del modo di intendere il calcio ai nostri giorni: "Si è passati dall’appartenenza al business. Quando negli anni Settanta l’Avellino salì in B, ci si preparava una settimana intera per l’evento: una provincia piccola come la nostra si sentiva sollecitata e coinvolta. E l’aspetto sociale veniva prima di quello sportivo. Ma i tempi sono cambiati. Se penso a come mio padre trattava con gli allenatori..." Ma i tempi sono cambiati. E chi, come Sibilia, conosce sia il calcio che la politica come le proprie tasche, nota le differenze tra ieri e oggi: "Il momento è difficile non solo per lo sport ma per tutta l’Italia. La Lnd ha perso migliaia di società e io ho voluto che in Terza categoria non si pagasse alcuna tassa al momento della prima iscrizione. I buoni principi non bastano, alla teoria va applicata la pratica". Insomma: bisogna far parlare i fatti. Promotore di numerose innovazioni, Sibilia ha anche analizzato le riforme introdotte di recente nella Lnd: "L'introduzione delle cinque sostituzioni è già al vaglio dell’International Board. Non abbiamo allungato le panchine a livello regionale, ora dobbiamo capire come funziona ma questa svolta ci piace.- Poi, riguardo all'accordo con le assicurazioni Generali - Per l’assicurazione di ogni tesserato sono due euro risparmiati, parliamo di 1,7 milioni di euro l’anno, a parità di prestazioni e condizioni". Obiettivo principale delle numerose innovazioni introdotte nel calcio professionistico e non, è, chiaramente, la valorizzazione dei giovani talenti italiani, da troppi anni in ombra dei calciatori stranieri. "A me - ha commentato il presidente della Lnd -, interessa che giochino i giovani: mi piace l’esempio di Vardy, partito dai dilettanti e arrivato a vincere la Premier con il Leicester.I metodi poi (dalle rose a 25 giocatori agli under obbligatori) sono tutti ben accetti: di sbagliato c’è solo lasciare il progetto sulla carta. Devono giocare i giovani, che impegnano anche meno sul piano economico. Se penso che in Campania ci sono squadre di Eccellenza che spendono centinaia di migliaia di euro, poi non vincono il campionato e non si iscrivono...". Dai giovani calciatori ai giovani arbitri, Sibilia ha anche commentato la situazione dei fischietti nei campi di provincia: "Ci sono stati molti episodi di violenza, sorprendentemente non al Sud ma in regioni come Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto. Sul piano formale ho fatto sentire la mia vicinanza partecipando al raduno di Sportilia. Sul piano pratico, servono corsi per sensibilizzare i dirigenti. Il problema è anche l’età media troppo bassa: a vent’anni si arbitra con due-tremila tifosi sugli spalti. Fortuna che c’è un filtro almeno per gli arbitri: le gare regionali, gli scambi interregionali fino alle gare di D". Poi, spazio a qualche idea per rivoluzionare il mondo del pallone: "Primo punto: l’impiantistica. Sono appena stato a vedere lo stadio del Leganes, un gioiellino per undicimila spettatori: lì c’è voglia di investire, anche perché il club prende 40 milioni dai diritti tv. Secondo: la questione della governance delle leghe. Meno litigi per dirimere con facilità le questioni. Terzo: riportare la Lnd a essere, oltre l’azionista di riferimento della Figc con il suo 34% di voti, il punto di riferimento di tutto il mondo calcistico. Io ci credo molto e mi aspetto grandi risultati". Dallo stadio del Leganes a quelli italiani, Sibilia si era detto favorevole allo stadio della Roma. Sul San Paolo, invece, il vice presidente della Federcalcio si schiera con De Laurentiis: "La partita non si vede bene, bisogna telefonare a casa per farsi dire cosa è successo in campo... E andrebbe recuperato il Collana, storico impianto al Vomero, che è come il Flaminio per Roma: speriamo di farlo con i fondi delle Universiadi. A proposito: non avere voluto le Olimpiadi a Roma è stata una follia". Sibilia, poi, ha detto la sua anche riguardo alla legge Melandri sui diritti tv: "Se si farà in tempo a riscriverla? E’ complicato ma auspico di sì. Dipende da quando si chiuderà la legislatura". Infine, uno sguardo al suo futuro, tra calcio e politica: "Io ministro dello sport? Dico solo che sono felice di fare il presidente del mondo dei Dilettanti...".
Data: 06/09/2017 -