Quando parla, Mino Raiola non è mai banale. Questa volta lo fa ai microfoni di Radio CRC, parlando del suo assistito ZlatanIbrahimovic e dei contatti col Napoli: "Quando i presidenti parlano con me hanno la certezza che resta tutto tra noi. Abbiamo scelto lo United tempo fa, era il nostro obiettivo, per cui siamo dove dovevamo essere. Posso solo dire che alla gara d'addio al calcio di Ciro Ferrara al San Paolo, Zlatan mi chiamò e disse: 'Mino, voglio chiudere la carriera al Napoli', perché la mentalità dei napoletani è molto vicina alla sua. Se la Serie A fosse rimasta quella che era sicuramente avrebbe potuto chiudere lì la sua carriera".
Raiola parla poi del trasferimento di Gonzalo Higuain alla Juventus: "Io lo avrei ceduto anche a meno di 90 milioni, quella del Napoli è stata un'operazione geniale. Anche perché vendere e pentirsi è sempre meglio di non vendere e poi pentirsene. Milik? In Olanda era molto criticato, ci sono giocatori che in un campionato giocano meglio rispetto ad un altro. In estate si poteva pensare che 35 milioni fossero troppi per lui, ora non più". E Balotelli? Raiola risponde: "Non volevo più portarlo in Italia per non dargli altre scuse e continuare a fare bene".
Un parere, infine, sulla Champions League, che nei prossimi anni potrebbe subire pesanti modifiche: "Nel calcio il risultato dovrebbe essere sempre una sorpresa, altrimenti il Leicester non avrebbe vinto il campionato. La Champions però sta ammazzando i campionati e le federazioni glielo lasciano fare, non è una grande piattaforma perché vincono sempre le solite quattro o cinque. Il calcio ha bisogno di una rivoluzione e per farlo bisognerebbe staccarsi dalla Uefa per creare un campionato non europeo dove tutti possono entrare. Per molti anni le società hanno avuto paura di uscire dal sistema, ma quest’anno hanno minacciato di farlo poi però si sono accontentate di avere più soldi, senza rendersi conto che così stanno ammazzando il campionato. Faccio un esempio pratico: il Bologna può ambire alla Champions? No e così facendo, il gap tra quelle società che partecipano alla competizione internazionale e quelle che non vi partecipano aumenta sempre più. Fossi stato in queste società più o meno dello stesso livello, mi sarei staccato dal sistema anche perché la Uefa è monopolista".