"Nestorov… chi?!”. Nemmeno il tempo di pronunciarlo tutto che già te lo sei scordato, un cognome così complicato. E allora meglio chiamarlo per nome, Ilija, sicuramente più facile e scorrevole. E cercare qualche dato in internet per capire come ma soprattutto chi sia l'attaccante macedone del Palermo. "Forte?” è la classica domanda che nasce spontanea. I dati - ma soprattutto i gol - non mentono: il ragazzo è stato capocannoniere per quattro anni di fila, sessantanove reti negli ultimi tre anni in Croazia tra la seconda divisione e la massima serie. Ma guardare per credere, ieri contro il Crotone: ecco il primo bacio alla maglia rosanero, primo in assoluto nella sua nuova avventura italiana. "Forte!" lo dirà il campo e la sua continuità sotto porta, "felice" lo dice lui, Ilija, che a Palermo sembra trovarsi davvero bene, in compagnia anche di moglie e figlia con cui spesso va al mare.
Di proprietà del Palermo già dallo scorso gennaio, Nestorovski si è unito al gruppo solamente in estate, vivendo il ritiro da oggetto misterioso, nel bel mezzo di un paradosso... burocratico. Il club di Zamparini lo aveva acquistato, è vero, ma prendeva tempo nel tesserarlo, sperando in una veloce risoluzione dei problemi legati al suo passaporto bulgaro che lo avrebbero reso ‘comunitario’. Il Palermo ci sperava così da poter lasciare libero un posto per un giocatore extra-UE. Ma niente, il via libera dell’ambasciata della Bulgaria tardava ad arrivare. Che fare? Il club rosanero ci ha creduto ugualmente e ha tesserato l’attaccante proveniente dall’Inter Zapresic da extracomunitario, credendoci a prescindere, senza più aspettare. Dopo un ritiro passato in silenzio e con due reti all’attivo nelle amichevoli, Nestorovski è così diventato a tutti gli effetti un giocatore del Palermo solo poco prima dell’inizio della stagione.
Cos’ha convinto Zamparini? Non certo il cognome. Ma i suoi numeri. Per due anni di fila è stato capocannoniere della serie cadetta in Croazia, trascinando l’Inter Zapresic alla promozione in massima serie nel 2015. L’impatto con le big croate non è stato per nulla doloroso: dopo le venti reti nel 2014 e le ventiquattro realizzate nell’anno del salto di categoria, Nestorovski ha addirittura migliorato il proprio score. Venticinque reti, Inter Zapresic quinto in campionato e terzo titolo di capocannoniere consecutivo per il macedone, che ha anche ricevuto la prima chiamata da parte della nazionale. A maggio, contro l’Azerbaigian, è arrivato anche il primo gol con i colori della Macedonia, giusto poche settimane prima di unirsi al Palermo per il ritiro in Austria.
Con Ballardini il feeling non è mai scattato, con Zamparini invece sì. Il presidente lo ha paragonato a Pippo Inzaghi e ha chiuso ogni discorso relativo all’ingaggio di altri centravanti svincolati perché punta proprio su Nestorovski, oltre che sull’altro pupillo Norbert Balogh. Eppure il macedone, prima di domenica, ha visto il campo dal primo minuto solamente a San Siro contro l’Inter. Roberto De Zerbi, al suo esordio in panchina, ha preferito sperimentare lo spostamento di Diamanti da falso nove, salvo poi inserirlo a partita in corso. Contro il Crotone ha voluto dargli fiducia ed è stato ripagato. Un gol, almeno un paio di occasioni pericolose e una certezza: se il Palermo cerca un centravanti, ce l’ha in casa. In silenzio, come in ritiro quando attendeva di essere tesserato, Nestorovski ha messo la sua prima firma stagionale. Magari non supererà quota venti come negli ultimi tre anni in Croazia, ma ha dato a De Zerbi le risposte che cercava. E risposto a chi si domandava se fosse forte. O più semplicemente... chi fosse Nestorovski.