La forza del gruppo e il coraggio delle idee. I due ingredienti del Palermo che contro la Reggina ha vinto 2-1, si è portato al 6° posto della classifica in Serie B e per la prima volta in stagione è entrato in zona playoff. A -6 dal Genoa, secondo, e che oggi ha perso con il Parma al Tardini (2-0). Nel primo atto di quattro partite di fuoco (nell'ordine Reggina, Genoa, Frosinone e Sudtirol) i rosanero hanno dimostrato solidità e coesione. A mettere il sigillo, un colpo di testa poetico di Soleri che si è infilato sotto l'incrocio dei pali. Il risultato? L'esplosione del Barbera e dei suoi 26.164 spettatori, record stagionale di presenze. Un pomeriggio magico, una giornata da incorniciare.
Un gruppo costruito nel tempo
Ma facciamo un passo indietro, visto che tutto è arrivato al termine di un percorso (non ancora terminato). Il Palermo va in ritiro all'Etihad, nella struttura del Manchester City, per consolidare il gruppo e costruire empatia. I risultati dopo la sosta sono però scadenti. Uno 0-1 con il Sudtirol (papera di Pigliacelli) e un 3-0 sonoro a Terni contro la Ternana. Poi il 3-3 con il Pisa al Barbera del 15 ottobre. Primo vero tassello di una ripresa lenta. Fino allo 0-0 contro il Cittadella e la prima vittoria in trasferta a Modena con oltre 1000 siciliani al seguito. Un percorso che è iniziato da lì e che si è fermato qui: dal 2-1 alla Reggina. Nel mezzo solo due sconfitte con Venezia (0-1) e Cosenza (3-2).
Poi i rosanero non hanno più sbagliato. Sempre un risultato positivo, con vittorie importanti e prestigiose come quelle casalinghe contro Parma, Cagliari e Bari e quella ad Ascoli, in trasferta, di una settimana fa. 9 risultati utili consecutivi con 5 vittorie e 4 pareggi. 3° successo consecutivo e un'altitudine che Brunori e compagni non avevano mai raggiunto: la sesta posizione. Da gregge smarrito, a corazzata solida. In due mesi e mezzo o poco meno. Gruppo, in una sola parola. Come dimostra l'esultanza di Brunori dopo il rigore segnato ad abbracciare tutta la panchina. Corini in primis: proprio colui che lo ha difeso più di tutti dopo il rigore sbagliato contro l'Ascoli. "Sarà ancora il nostro rigorista, non ci sono dubbi", aveva detto. E oggi ha ammesso di essere stato la sua guida spiritica: "Lui in settimana mi ha chiesto consigli e l'ho aiutato, ero cuore e anima con lui quando ha battuto il rigore. Anche se avesse sbagliato non sarebbe cambiato nulla, ma meglio che abbia fatto gol" le sue parole in sala stampa.
Gruppo, dicevamo. Lo stesso che non si è sfaldato nemmeno dopo i 6 acquisti della sessione invernale di calciomercato. E che anzi, si è solidificato ancora di più. Lo ha sottolineato anche Saric a fine gara in sala stampa: "Più passano le partite, piu si sta assieme più si forma un gruppo compatto, e la differenza si vede. Anche quando soffriamo rimaniamo uniti. Non so ancora se stasera andremo a cenare insieme, dobbiamo organizzarci", ha concluso scherzando. Prossima tappa? Genova, contro un altro campione del mondo ed ex rosa come Gilardino.
La rabbia di Inzaghi
E a proposito di campioni del mondo, a rimanere deluso è stato proprio Filippo Inzaghi al termine del match del Barbera. La sua Reggina ha rimediato la seconda sconfitta di fila dopo quella a Bolzano contro il Sudtirol. L'allenatore ha però puntato il dito contro l'arbitraggio, ammettendo di essere stanco per degli errori che puntualmente penalizzano la sua squadra: "Sono stufo degli arbitraggi, c’era un rigore su Gagliolo e non c'era l’espulsione di Majer. Abbiamo perso 6-7 punti, chiediamo rispetto. Sono stufo dell’atteggiamento, il guardalinee neanche mi guardava in faccia. Sono uomo di calcio e sono dispiaciuto di questi atteggiamenti".
A cura di Manuele Nasca