Mercato chiuso, o forse no. Il Palermo soffre in attacco e l’assenza di un centravanti d’area di rigore rischia di essere pagata cara nella corsa alla salvezza. Per questo motivo Daniele Faggiano continua a tenere d’occhio il mercato degli svincolati, anche se l’input della società, per il momento, è quello di non operare a sessione estiva conclusa: "La linea guida è quella, ma il mio lavoro mi porta ad essere sempre vigile e attento. Ogni tanto ci scordiamo delle assenze di Trajkovski e Quaison che sono due pedine importanti per il nostro attacco”.
Due mancanze pesanti, che però non possono risolvere il problema nel ruolo di centravanti, dove il Palermo si trova solo con Nestorovski. Anche in questo caso, però, Faggiano non si sbottona: "Non posso fare i nomi, ma c'è qualcuno che stiamo monitorando. Non il Bergessio della situazione”. I nomi non mancano, con uno proposto a più riprese al d.s. rosanero: “Mi hanno proposto Cavenaghi in tanti, ma anche se ha fatto venti gol nell’ultima stagione, li ha fatti a Cipro”.
Per il momento, dunque, l’attacco del Palermo resta così. Un peccato, a pensare che poteva essere lo stesso, ma con un Mario Balotelli in più: "Abbiamo sempre pensato che potesse venire per infiammare una città che vive di calcio - ammette Faggiano - giocatori così possono solo fare del bene. Come Diamanti”. Per aver inseguito il sogno Balotelli troppo a lungo, il Palermo si è trovato costretto a cercare l’attaccante anche a mercato concluso: "Ci abbiamo provato fino alla fine, forse ci siamo mossi un po' tardi, ma oggi siamo questi e dobbiamo stare uniti, come società e come gruppo. I miei ragazzi sono forti e bisogna dargli fiducia, cosa che finora non si è sentita. Se prendo uno che l'anno scorso ha fatto venti gol e ne fa zero, sono io a sbagliare. Se ne prendo uno che ne aveva fatti zero e ne fa venti con noi, siamo tutti contenti. Io spero che a gennaio mi smentiscano tutti, che Nestorovski possa crescere insieme a noi, ma sono contento lo stesso se a segnare è sempre Rispoli".
I gol arriveranno, anche perché con Roberto De Zerbi in panchina ci si attende un Palermo più offensivo. L’allenatore bresciano, però, deve bruciare le tappe per far assimilare il proprio gioco alla nuova squadra: "Tempo ce n'è poco, io ero in vacanza quando è arrivato ed è successo tutto in fretta. Abbiamo avuto qualche deficit all'inizio con quattordici assenti dalle nazionali, ma non cerco giustificazioni. Qui contano i punti, tutti ci prendiamo le nostre responsabilità e possiamo uscirne diversamente”. Il rapporto col nuovo allenatore, d’altra parte, non poteva iniziare nel migliore dei modi: "C'è un confronto giornaliero. Parliamo, ci confrontiamo e io per abitudine non chiedo mai la formazione. Purtroppo sono uno che fa capire le proprie sensazioni a livello visivo e non voglio condizionare le scelte dell’allenatore”.
Faggiano, infine, torna nuovamente a parlare di mercato. Stavolta quello in uscita, col Palermo che non ha trovato un acquirente concreto per Giancarlo Gonzalez: "Non era facile venderlo, già dal 20 agosto mi ero conto che non era facile venderlo che che a quel punto ci sarebbe stato il rischio di svenderlo. Tutte le pretendenti volevano solo fare scambi, spesso si trattava di dirette concorrenti che ci avrebbero indebolito. Ho cominciato a parlare con il ragazzo che ho visto non convinto, ma di più. Si tratta di un ragazzo serio, che ci tiene al Palermo. Una volta rimasto, qualcuno ha anche proposto di aumentarlo di grado”. Un elemento in più per fare da chioccia ai tanti giovani, come Josip Posavec: “È successo quel che è successo nel terzo gol del Napoli, ma era anche coperto. Parliamo sempre un classe 1996 che ha le caratteristiche giuste per diventare un portiere importante”.