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Data: 04/07/2016 -

Padoin è ufficialmente del Cagliari. Ecco perché il pupillo di Conte deve tanto ai rossoblu...

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Cagliari nel destino. Storia fatta di intrecci di mercato, coincidenze e "umiltà" per Simone Padoin. Cinque scudetti consecutivi con la Juventus, tre Supercoppe e due Coppe Italia: solo venticinque giocatori hanno vinto più di lui in Italia. Merito anche dei rossoblù sardi. Già... Tutto cominciò nel gennaio 2012 quando Antonio Conte individuò in lui una degna alternativa al vero obiettivo dei bianconeri, Radja Nainggolan, negato dall'allora presidente dei sardi, Massimo Cellino. L'attuale ct della Nazionale non lo ha portato agli Europei, ma nel 2012  lo portò ben volentieri a Torino, per 5 milioni di euro. Nella sua breve parentesi all'Atalanta, Conte rimase stregato da quel ragazzo serio, intelligente, educato e, indubbiamente, bravo: "Manca solo che ti metto in porta... ". E in effetti... Esterno offensivo, centrocampista centrale, mezzala, terzino: Simone Padoin non ha mai tradito quando è stato chiamato in causa. Al resto ci hanno pensato la corsa, il dinamismo, il rigore tattico e lo spirito di sacrificio. Un "soldatino" Di Livio vent'anni dopo, che ha fatto innamorare di se il popolo juventino.

"Sono consapevole dei miei limiti, ma far parte di una squadra come la Juventus è già una grande vittoria". Al primo anno in bianconero "San Padoin" ha cucito subito lo scudetto nella maglia. Sempre per "merito" del Cagliari. La gara decisiva fu proprio un Cagliari-Juventus, giocata a Trieste, che consegnò la vittoria del campionato ai bianconeri grazie alla contemporanea sconfitta del Milan nel derby. I rossoblù, già salvi, non si dannarono l'anima... Poi ognuno per la sua strada. Simone è diventato uno dei giocatori più titolati d'Italia, ha giocato in Champions, sfiorando la vittoria lo scorso anno, ma soprattutto è diventato simbolo e modello a sua insaputa. Padoin è l'esempio che nel calcio non conta solo la tecnica e che in un team oltre che di campioni c'è bisogno anche di "gente di cuore", di chi è disposto a correre il doppio per il bene della squadra, di chi con umiltà si ritaglia il suo spazio in una società imbottita di fuoriclasse. Di chi pur non essendo "glamour" e non godendo di tanta pubblicità, lascia il segno.

Esempio in campo, ma anche fuori. Ragazzo Serio, corretto , mai una polemica per il "Pado". Simone Il "secchione" si è diplomato al liceo scientifico con 98\100. Parla un ottimo inglese, se la cava con il tedesco. Apprezza il tennis, uno dei suoi hobby preferiti e da ragazzino arrivò secondo ai campionati regionali di sci. Tifosissimo dell'Udinese, Padoin ha cominciato da subito ad amare la "vita da mediano" osservando da vicino il suo idolo, Giuliano Giannichedda. Non ama i social come ha voluto puntualizzare nel messaggio d'addio alla Juventus: "Si tratta per me di una cosa assolutamente inusuale, ne sono sprovvisto...". E' sposato con la compagna di sempre, conosciuta alle superiori, ed è padre di due gemelli. Non ama le discoteche. In sintesi, un professionista modello e un ragazzo di sani principi.

"GRAZIE a tutti i tifosi che in questi anni ci hanno fatto sentire il loro appoggio e personalmente mi hanno apprezzato nonostante le mie qualità mediocri per il livello Juventus... ". Umile, forse anche troppo. Perché, se è vero che nella rosa bianconera ci sono giocatori di tecnica e classe superiori, anche Simone con il suo sinistro se la cava piuttosto bene. Massimiliano Allegri, per un breve periodo, individuò in lui addirittura un degno sostituto di Andrea Pirlo, affidandogli il ruolo di regista. "I vostri complimenti mi fanno provare sinceramente un po' di vergogna perché penso di non meritarmeli e per questo vi sarò eternamente grato". I tifosi della Juventus, inconsapevolmente,  lo hanno salutato nel migliore dei modi lo scorso 17 aprile, il giorno di Juventus-Palermo. Nonostante la sua fosse la rete del 4 a 0, Padoin  è stato festeggiato con il boato più forte.

Era l'ultimo saluto dello Stadium. Da oggi parte l'avventura a Cagliari, dove ritrova un vecchio amico, Marco Storari, che ha fatto di tutto per convincerlo a raggiungerlo in Sardegna. E forse, a distanza di cinque anni, è venuto a ricambiare quel favore del gennaio 2012. Non arriverà Ronaldo a Cagliari, ma ai tifosi rossoblù che "gli frega" se da oggi hanno Padoin?



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