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Data: 16/11/2017 -

Osvaldo: "Mancini? Gli tirai un cazzotto. Tante offerte dalla Cina, ma ai soldi preferisco l'asado e una birra."

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Da bambino, c’è chi sogna di fare il cantante, chi di fare il calciatore. Pablo Daniel Osvaldo ha scelto… tutte e due le cose. Prima calciatore, con maglie pesanti addosso, poi cantante. Dicendo addio al calcio giocato a soli 30 anni. “La Cina mi ha offerto tanti soldi, ma era un business che odiavo. Era tempo di smettere”, ha dichiarato l’ex attaccante ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Non solo la Cina: dopo essersi ritirato, Pablo ha continuato a ricevere offerte anche - e ancora - dal calcio che conta “Nel dicembre 2016 Sampaoli mi chiede di andare al Siviglia, gli serviva una punta. Io gli risposi che c’era il Cosquìn Rock (festival argentino), lui capii. E’ perché ora c’è la musica. Abbiamo fondato i “Barrio Viejo” e vorrei ci ascoltassero per il nostro valore, non per il mio nome». L’attaccante si è ritirato quando giocava in Argentina, e vestiva la maglia «del Boca. Troppo gossip. Non potevo uscire, avevo paura della gente. Non ce la facevo più… Iniziavo a odiare ciò che avevo sempre amato. Il calcio merita rispetto. E al denaro preferisco l'asado e una birra». Sull'esperienza in Nazionale, l'attaccante ricorda: “Prandelli mi escluse da Brasile 2014. Ascoltò media e tifosi che non volevano l‘argentino con la 10, portò Cassano. Ma contro Antonio non ho nulla». Sulla sua vita poco “professionale”, Pablo ha raccontato anche delle grandi esperienze in Italia, con le maglie di Roma e Inter: «Nella Capitale avrei dovuto gestire meglio certi momenti. Ma io sono così: se qualcosa non va lo dico anche a Papa Francesco. Lamela? Uno scontro subito risolto, ma i media fecero casino. Ragazzo d’oro, lo abbraccerei». Sulle tensioni ai tempi in nerazzurro, invece, “tirai un cazzotto a Mancini dopo quel famoso Juve-Inter. “Vuoi fare a botte?” e lui: “Ma non dirmelo davanti a tutti”. Per il ruolo che aveva, doveva cacciarmi. Ma non rimpiango l’Inter, perché da l’ andai al Boca. Nonostante l’accaduto, Roberto è un grande, ha un bel carattere…. Icardi? E’ fortissimo. Contano solo i gol, basta parlare della sua vita privata».

L’intervista completa su La Gazzetta dello Sport.



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