Il “saluto alla maglia” in questa domenica di fine campionato, ha viaggiato sull'asse Roma-Milano. Nel giorno in cui Francesco Totti ha indossato la numero 10 giallorossa per l'ultima volta, sul prato di San Siro è toccato a Rodrigo Palacio, il numero 8 dell’Inter (rifiutò la 22 per rispetto dell'eroe del Triplete Diego Milito) congedarsi dai suoi tifosi.
E’ sceso in campo per l'ultima presenza in nerazzurro contro l’Udinese, entrando al posto di Perisic all’undicesimo del secondo tempo. Lo aspettavano tutti in campo, a partire dalla curva che ha esposto uno di quegli striscioni che di questi tempi, tanti compagni del Trenza, si sognerebbero: “Hai sempre dimostrato di onorare la nostra maglia. Grazie di tutto Rodrigo Palacio”.
E come dar torto ai tifosi interisti? Un campione silenzioso, un uomo riservato ma sempre cordiale e disponibile con tutti. Un giocatore senza pretese, mai lamentoso e sempre attento a non cadere nelle smorfie insofferenti della panchina. In cinque anni di Inter non ha alzato un trofeo, che certamente avrebbe meritato, per la dedizione, sì, ma anche per i colpi: come dimenticare il gol da cineteca contro il Bologna in Coppa Italia, il colpo di tacco che ha deciso un derby della gestione Mazzarri e la memorabile parata su Carrozza in Coppa Italia contro il Verona (sì, Palacio ha anche difeso la porta nerazzurra). Nessun titolo, ma riconoscimenti tanti. Quelli dei compagni, quelli dei vari allenatori che si sono seduti sulla panchina dell’Inter e quelli della società.
Oggi San Siro ha salutato un attaccante che di gol ne ha fatti parecchi, segnando il più bello nel cuore del suo pubblico. Sempre a sostegno e dalla parte di chi dimostra di combattere per la causa e lottare per la maglia. Al Trenza, non è mai mancata nessuna di queste qualità, che fanno di un giocatore, un Campione. Silenzioso. Vero.