Vedendo la sua faccia e il suo temperamento in campo l’idea è quella di un uomo arcigno, duro, difficile. Ma l’apparenza spesso inganna, anche nel caso di Igor Tudor, nuovo allenatore dell’Udinese chiamato a sostituire Oddo. Chi lo conosce bene lo descrive come una persona “solare, aperta e leale”. Parola di Anthony Seric, che ha prima diviso lo spogliatoio con lui dal 1996, poi è diventato un suo collaboratore tecnico: “Lo conosco da 22 anni, è un amico prima che un collega – ha affermato Seric ai microfoni di Gianlucadimarzio.com – Abbiamo giocato insieme all’inizio della nostra carriera all’Hajduk Spalato, poi ci siamo ritrovati insieme anche in nazionale”. Un rapporto nato da lontano e che prosegue senza sosta da quando i due erano dei giovani alle prime armi. Ora per Tudor è tempo di tornare in Italia da allenatore, dopo aver vestito da calciatore le maglie di Juventus e Siena. L’opportunità gliel’ha concessa l’Udinese per provare a ripartire dopo il periodo buio coinciso con 11 sconfitte consecutive: “Il primo contatto tra le parti c’è stato lunedì – spiega Seric- quando Igor è andato ad Udine per discutere dei dettagli. Ha accettato subito la proposta perché qui danno la possibilità di esprimersi al meglio. Non so se si aspettasse una chiamata dalla Serie A, più che altro io ero sorpreso che non lo avessero chiamato prima. Aveva già diverse offerte per la prossima stagione, ma ha scelto l’Udinese perché è una piazza in cui si può lavorare bene. E’ una grande società, e per questo il merito va dato anche alla famiglia Pozzo, che da sempre è riuscita lavorare bene con i giovani, facendoli crescere al meglio”.
L’Italia l’ha lasciata nell’estate del 2007 e l’ha ritrovata solo 11 anni più tardi, il legame però è rimasto sempre lo stesso: “Igor è molto legato all’Italia, come calciatore ha lasciato un buon ricordo e questo sicuramente può essere importante. E’ un allenatore giovane ma già con tanta esperienza. Ha qualità ed ha già allenato piazze importantissime come Paok e Galatasaray. Quando alleni una squadra come il Gala vuol dire che le capacità le hai, anche per guidare una squadra di Serie A. Lui è rimasto sempre molto attaccato all’Italia, segue sempre il campionato ed è aggiornato su tutto quello che succede nel paese”. Se ne è andato da difensore spigoloso e torna da allenatore tutto da scoprire: “Gli piace imporre la propria idea di gioco - continua Seric - E’ molto aggressivo in questo, cerca di non far giocare le altre squadre. Ha un sistema di gioco fortemente improntato all’attacco. Speriamo che in queste 4 partite l’Udinese riesca a dare le risposte sperate, perché la situazione rimane comunque complicata”. Niente modulo predefinito per Tudor, pronto a plasmare la squadra in base alle necessità: “Un allenatore moderno deve sapersi adattare ad ogni situazione, non può rimanere ancorato ad un sistema di gioco. Igor ha un’idea di calcio molto precisa. Studia tantissimo per apprendere il più possibile, anche dagli altri allenatori. Ma comunque rimane fedele alla sua idea di gioco”.
Allenatore tutto d’un pezzo, ma dietro quella faccia da duro si nasconde un uomo aperto e solare: “Non è capace di nascondersi, non ha maschere. E’ quello che è. E’ una persona buona e onesta. Per questo ha molti amici, e nel calcio anche questo genere di cose contano. E’ aperto, anche nel dialogo con lo spogliatoio. C’è chi magari prova ad imporsi di essere così, ma alla fine viene fuori come è realmente. Igor invece è così di natura”. Il campionato però non sarà allo stesso modo indulgente, non gli darà tempo per ambientarsi di nuovo alla Serie A. Ad attendere l’allenatore croato nel giro di un mese ci saranno quattro sfide decisive: “Le prossime quattro partite dovranno essere giocate come quatto finali. Non varranno 3 punti, ma 6, sono tutte fondamentali. Perché nonostante il vantaggio di 4 punti non si possono commettere passi falsi. Speriamo che già nella trasferta a Benevento possano cambiare le cose”. Se lo augura Seric così come l’Udinese, che in uno dei momenti più delicati della sua storia recente si è affidata al ‘gigante di cristallo’ per tornare a vincere.