Calma e concentrazione, ma anche sfrontatezza ed un pizzico di sana follia. Poi solitudine: ruolo delicato e sempre decisivo quello del portiere. Da numero uno assoluto per un 'miracolo' compiuto, a zero totale per un errore clamoroso commesso. Sì, dall'altare alla polvere, capita spesso che il passo sia breve. Ma il portiere per antonomasia ha sangue freddo e spalle larghe per superare tutto. Mai l'emozione di un gol, mai nel cuore pulsante del gioco. Ruolo che da piccoli viene snobbato. Da tanti, ma non da tutti. Chi l'ha detto che in porta debba andare per forza chi è meno bravo con i piedi?
A volte capita anche che si scelga di essere l'ultimo baluardo davanti agli attaccanti avversari. Lo ha fatto Gigi Buffon, icona mondiale del ruolo arrivato a soli quattro minuti dal record storico di imbattibilità in Serie A detenuto da Sebastiano Rossi (929'), lo ha fatto certamente anche Jan Oblak, sicurezza e parate al servizio dell'Atletico Madrid. E costanza di rendimento senza eguali. Proprio così: statistiche e numeri alla mano, Oblak è attualmente il portiere meno battuto d'Europa. Soltanto 12 i gol subiti dal gigante sloveno in 29 giornate di Liga - mica un campionato qualunque - . Capacità assoluta di guidare con estrema tranquillità la difesa del 'Cholo' Simeone, alle straordinarie doti tecniche Oblak è stato in grado di unire anche un livello di maturità non indifferente a soli 23 anni. Nessun problema a raccogliere lo scettro di Thibaut Courtois dopo il breve interregno Moya, erede in Nazionale di Samir Handanovic, adesso l'ex Benfica è entrato di diritto nella cerchia dei top players con il numero 1 sulle spalle, anche se a dire il vero il suo numero è il 13.
Non solo in campionato, Oblak ha dimostrato estrema solidità anche in Champions League: 210 minuti totali senza subire reti contro il PSV negli ottavi di finale, il portiere dei 'Colchoneros' è stato decisivo per il passaggio del turno della sua squadra. Bucato dagli olandesi soltanto ai calci di rigore, se non fosse stata la sua manona a spingere sul palo il tiro di Locadia nei tempi regolamentari chissà come sarebbe finita... Quarti di finale in tasca e testa nuovamente al campionato, con un nuovo obiettivo da raggiungere: battere il record di minor numero di gol subiti in Liga che dura ormai da ventidue stagioni. Scricchiola Paco Liaño, portero del Deportivo La Coruña che nel campionato '93/94 subì soltanto 18 reti in 38 partite: Oblak al momento è fermo a quota 12, a 9 gare dal termine il primato non è utopia. Bravura personale sì, ma se il portiere dell'Atletico Madrid può sperare di raggiungere questo traguardo è certamente merito della fase difensiva di Diego Pablo Simeone e di tutta la retroguardia rojiblanca: soltanto diciottesimo per numero di parate in Europa, il segreto di Oblak è anche rappresentato da una squadra che cerca di non far avvicinare quasi mai gli avversari alla propria porta. Ben 19 volte imbattuto in tutto il campionato, lo sloveno ha fatto meglio di tutti gli altri colleghi: più di Kevin Trapp, che nonostante il suo Paris Saint Germain sia già campione di Francia non ha subito gol 'soltanto' in 17 occasioni; meglio anche del quasi recordman Gigi Buffon, con la porta juventina rimasta inviolata in 16 gare; e addirittura meglio di Manuel Neuer del Bayern Monaco (15 volte imbattuto) e del connazionale e maestro Samir Handanovic, che ha mantenuto pulita la rete dell'Inter in 13 circostanze. Numeri straordinari per l'Atletico e il suo portiere, miglior difesa d'Europa, meno gol subiti di squadroni come Bayern Monaco, Juventus, Paris Saint Germain e Barcellona. Calma e concentrazione, sfrontatezza e un pizzico di sana follia. Poi bravura, tanta. Doti che appartengono a Jan Oblak, classe '93 già nell'Olimpo dei numeri uno. A caccia di nuovi record...