L’essenza del calcio è forse insita (anche) nella licenza di sognare che esso riesce a trasmettere. Emoziona, unisce, delude. Talvolta ti coccola come fosse il tuo migliore amico, talaltra ti ferisce. Ma tu, a prescindere da tutto, non ne puoi fare a meno. Perché, in fondo, tutti noi abbiamo bisogno di essere trasportati, di uscire dal grigiore dell’ordinarietà. Abbiamo semplicemente bisogno di emozionarci in un mondo che, al contrario, troppo spesso ci invita a celare ciò che proviamo, imprimendoci quella weltanschauung tristemente incentrata sul freddo materialismo.
Il calcio regala favole, storie. O semplicemente belle sorprese perché se vincesse sempre e comunque chi spende di più, chi è più forte, probabilmente perderebbe il suo fascino romantico, diventerebbe una mera disciplina scientifica: di quelle che le studi perché devi farlo. Tra le belle sorprese dei playoff di Lega Pro, giunti ormai quasi alle fasi conclusive, c’è senz’altro la Reggiana (oltre a Cosenza e Lucchese). Una società che tra mille difficoltà, più o meno note, è riuscita ad andare avanti, a conquistarsi centimetro dopo centimetro un posto nelle prime otto. “Per adesso con un pizzico di scaramanzia non diciamo altro…”. Serve ora un ultimo step per entrare nelle prime quattro: domenica la sfida di ritorno contro il Livorno (al Picchi ha vinto due a uno la Reggiana).
“Siamo contenti di essere arrivati fin qui anche perché negli ultimi due mesi – spiega il direttore sportivo Andrea Grammatica ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – abbiamo vissuto momenti difficili. Ad inizio stagione ci eravamo prefissati di essere competitivi, essendo per noi l’anno zero e direi che siamo in linea con i programmi. Siamo finiti in un girone difficilissimo con squadre che hanno speso il triplo di noi, abbiamo avuto tante vicissitudini a partire dagli infortunati, ma nonostante tutto non abbiamo mollato e ora non vogliamo smettere di sognare…e di crederci!”. E domenica il Mapei Stadium – come recita il motto di squadra – sarà davvero on fire… “Vogliamo vincere e passare il turno anche per i nostri tifosi. Questa piazza merita entusiasmo e soddisfazioni. Tra squadra e pubblico si è creata una sinergia incredibile e anche un rito particolare: durante il riscaldamento i ragazzi vanno sotto la curva e tutti li applaudono, un qualcosa che mette i brividi”.
Ma la preparazione della partita comincia ancor prima del riscaldamento… “Esattamente! Abbiamo un altro rito scaramantico circa la disposizione di giocatori e staff in panchina, ognuno deve rigidamente rispettare il suo posto. Questo è un grande gruppo, composto da ragazzi solari che hanno entusiasmo e mentalità. Non smettono mai di crederci, qualche giorno fa la possibilità di arrivare tra le prime quattro finaliste – rivela Grammatica – ci sembrava un qualcosa di irrealizzabile. Dobbiamo restare uniti e compatti, con la consapevolezza che se riuscissimo a passare il turno raggiungeremmo uno dei risultati più alti della storia recente della Reggiana”. E, dulcis in fundo, un sacrosanto auspicio per il futuro… “Che sia all’insegna della stabilità e della serenità”.
La serenità di padre e figlio, uno con la celeberrima maglietta del Giglio l’altro con quella di Guidone, che vanno mano nella mano in curva al Mapei. L’entusiasmo di una piazza che trasuda calcio in ogni dove, che – come recita il coro – è ‘totalmente dipendente’. Che, soprattutto, non vuole assolutamente smettere di sognare. E, ogni sogno che si rispetti, ha sempre un pizzico di realtà…