Turisti, passanti, soprattutto tifosi. Tanti tifosi. Qualcuno non ci crede nemmeno quando lo scorge dalle finestre dell'hotel. "Pippo, Pippo!". Lui saluta. Poi va. Un'intervista, due, tre. Domande di qua, pacche sulle spalle di là. Tra i tanti giornalisti c'è anche suo papà. Inzaghi Senior chiacchiera tranquillo, disponibile con tutti. E quando gli chiedono se è felice lui non ci pensa un secondo: "Mio figlio lo è...". Quindi sì, accediamola. Filippo è così emozionato da scomparire per ben tre volte nel giro di un'ora e mezza: "Ma dov'è andato?". In bagno. Tutto sotto controllo. "Mi sento come al mio primo giorno da allenatore del Milan". Ah già, il suo Milan. "Quell'anno (in panchina) non scalfisce l'amore tra di noi" ripete. Ma ora Venezia, il Venezia. Anche se il tifoso (neanche poi così piccolo d'età) che lo avvicina gli mostra un tatuaggio bello grande sul braccio: "Guarda, la Champions del 2007...".
Filippo Inzaghi. Foto di Luca Marchesini.Inzaghi ribatte: "E quella del 2003 non ce l'hai?". Si abbracciano. Il ragazzo fatica a replicare perché il fiato gli resta in gola. Scoppia a piangere e scappa a chiamare la mamma per raccontare tutto. Un sogno, il suo. Una nuova sfida, la sua, quella di Pippo. Che ha detto no a soldi (offerte dalla Cine) e categorie più blasonate (A e B) per sposare il progetto ambizioso di Joe Tacopina al Venezia. Lega Pro solo nel nome della categoria perché "strutture e modo di pensare sono da grande club. Presidente e direttore sportivo da Champions" Inzaghi dixit. Uno che la Champions la conosce molto bene. Ma ha avuto l'umiltà di rimettersi in gioco e ripartire dalla Lega Pro. Dallo stimolante Venezia. Per una favola decisamente romantica con un finale ancora tutto da scrivere.
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