Noi, che senza il calcio (mercato) sappiamo stare solo un giorno
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Data: 01/02/2017 -

Noi, che senza il calcio (mercato) sappiamo stare solo un giorno

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Caro Calciomercato,

ci hai tenuto col fiato sospeso anche quest’anno. Fino all’ultimo secondo abbiamo aspettato i tuoi verdetti. Nuovi contratti, firme, accordi e strette di mano. Ma le ultime 24 ore di trattative, per chi le vive per la prima volta, sono un misto di situazioni e sensazioni che vale la pena ripercorrere.

Il 31 gennaio ci si alza presto, prestissimo. E ci si sveglia sapendo che la giornata sarà lunga e che occorrerà armarsi in primis di pazienza e concentrazione. Poi, di tutti quegli oggetti tecnologici che serviranno a documentare step by step la maratona di acquisti, risoluzioni, cessioni e prestiti. Si parte, Milano è un labirinto e ogni angolo nasconde un potenziale quartier generale. L’occhio si fa vigile e le note audio non si contano. Un continuo rincorrersi di soffiate per rubare scatti e annotare parole. Poi ci si muove verso l’hotel. Lì avrà luogo la maggior parte delle trattative. Ci si rende conto subito della portata dell’evento. Nei dintorni dell’albergo non ci sono parcheggi, i taxi sfilano davanti all’ingresso e il vociare si sente a distanza. Superata la porta girevole, ci si sente quasi spaesati. Una moltitudine di persone che a passi veloci si muovono tra la hall, le scale e qualche caffè al bancone del bar. C’è chi fuma nervosamente mentre telefona, ci sono cappotti eleganti, facce allerta, essenze di dopobarba e cellulari che squillano. Al -1 fremono la stampa, le tv, i giornalisti e il rumore continuo delle tastiere che battono le notizie. E’ un viavai assoluto: procuratori, direttori sportivi e calciatori di Serie A, Serie B e Lega Pro. Si sente nell’aria che da un momento all’altro potrebbero arrivare colpi a sorpresa o saltare trattative avviate. Non c’è pausa, tutti si danno da fare tra telefonate sussurrate e saluti amichevoli. Ogni camera è buona per trattare e da un piano all’altro si fatica a trovare un ascensore libero. Sembra una giornata infinita ma si fanno le 22 in un attimo. Un’ora di countdown allo scadere del mercato invernale. L’adrenalina sale mentre i secondi passano. Regna la frenesia, i titoli volano, le esclusive aumentano. Ma il tempo finisce. Sono le 23. Si respira, ci si distende e si fa la rassegna. Chi è partito, chi è restato, chi ritorna; chi è andato in prestito secco, chi con obbligo di riscatto, chi non ha fatto in tempo a depositare le firme e dovrà aspettare la prossima sessione. Ma si sa, agli scambi si lavora già l’indomani. Perché se 24 ore fa, in questo momento, gli occhi erano arrossati, la voce faticava ad uscire e la stanchezza ci addormentava, oggi riparte la curiosità, il gusto di sapere, magari in anteprima, quali saranno i nuovi idoli dei tifosi e soprattutto, che maglia indosseranno. Perché è (sempre) calciomercato.

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