Nicchi: "Moviola sul fallo di mano? Si, ma solo a velocità reale"
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Data: 03/05/2016 -

Nicchi: "Moviola sul fallo di mano? Si, ma solo a velocità reale"

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Si è svolto questa mattina a Roma un incontro tra l’Associazione Italiana Arbitri e l’Ordine dei Giornalisti, con il tema di fondo “Gli arbitri e la comunicazione con la stampa”. Nel corso dell’evento si sono succeduti gli interventi di diverse personalità di spicco dell’A.I.A.: dal presidente Marcello Nicchi ai designatori di Serie A e Serie B, Domenico Messina e Stefano Farina, fino agli arbitri in attività Gianluca Rocchi, Paolo Valeri e Luca Banti. L’incontro è stato incentrato sulla presentazione alla stampa del lavoro che l’A.I.A. svolge quotidianamente con tutti i suoi associati, nel tentativo di aprire le porte di un mondo poco conosciuto ma artefice di curiosità negli addetti ai lavori. A tal proposito si è pronunciato il presidente Nicchi: “Sorrido a chi protesta dicendo ‘Meritiamo rispetto perché ci alleniamo tutta la settimana per la partita’: e noi invece no? Sbagliamo e purtroppo continueremo a farlo, in futuro speriamo sempre meno grazie anche all’aiuto della tecnologia”. Sulla moviola e le nuove introduzioni nel mondo arbitrale, Nicchi dà un’anticipazione: “Siamo pronti a sperimentare qualsiasi cosa, per i colloqui post-partita però non c’è ancora un ambiente adatto: vogliamo diffondere la cultura del sapere e i tempi non sono ancora maturi – ha spiegato il presidente degli arbitri – è importante sapere che dall’anno prossimo, per esempio, la moviola verrà usata per fare statistica e non sarà direttamente applicata sul campo. Una cosa posso anticiparla: nei falli di mano, non ci sarà il ralenti; la dinamica della situazione è tale da richiedere la visione a velocità reale. Il nostro obiettivo è arrivare a far vedere l’arbitro come un garante del divertimento, non come un nemico”. Oltre a Nicchi, anche Messina toglie qualche curiosità ai presenti in sala: “Perché l’arbitro italiano fischia troppo rispetto al resto d’Europa? Perché il clima agonistico è diverso, per riuscire a tenere in mano una partita bisogna adattarsi ad essa”. A cura di Andrea Zezza  

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