Si è guadagnato il soprannome di Sir William Wallace per la voglia di battagliare sempre e non mollare mai su ogni pallone, e nessuno meglio del fratello Davide (postino, sì, ma anche calciatore in Eccellenza) può testimoniarlo. Braveheart al 100%, tra film preferito e un modo di vivere il calcio pressochè identico al protagonista di una pellicola che ne ha ulteriormente forgiato personalità e carattere: non avrebbe mai mollato e non mollerà mai, difficilmente, Gianluca Lapadula, la possibilità di giocarsi fino in fondo le proprie carte per diventare il nueve titolare del Milan. E almeno per domani, a Marassi, l'ex bomber del Pescara partirà dal 1' contro la Sampdoria, tentando di ripagare al meglio la fiducia riposta in lui da Vincenzo Montella.
"Non credo che qualcuno pensi di essere intoccabile: nessuno lo è e tutti devono dimostrare qualcosa a partire dagli allenamenti". Tradotto, in maniera piuttosto semplice: nessun titolare può considerarsi insostituibile. Frecciatina odierna dell'allenatore rossonero a chi, forse non ha dato a livello di impegno ciò che Montella si aspettava in queste prime gare: campanello d'allarme possibile per Abate, Montolivo ma anche, se non soprattutto, per Carlos Bacca. Che domani siederà in panchina, a dispetto delle indicazioni che solo poche ore fa sembravano vederlo, come al solito, punta di diamante nel 4-3-3 rossonero.
E' bastato un breve colloquio di 15 minuti ieri con l'attaccante colombiano, seguito dalle ultime sessioni d'allenamento pre Samp, per stabilire che forse quella voglia di stare sempre in trincea (anche sui campi di Milanello) del recente capocannoniere di Serie B meritasse di essere premiata. Lamentele sui pochi palloni ricevuti da una parte, invito a far maggior movimento per restare più al centro del gioco rossonero dall'altra: un dialogo forte ma comunque costruttivo, tra Bacca e Montella, impegnati a trovare la soluzione migliore per il bene comune del Milan. Quella che al momento, evidentemente, per il suo allenatore si chiama proprio Gianluca Lapadula.
Arrivato in estate a Milanello, totalmente a sorpresa e bruciando la concorrenza di Napoli e Sassuolo, l'ex Pescara era forse arrivato proprio per sostituire Bacca: necessità di liquidità nelle casse rossonere, scarsa compatibilità con le idee di gioco di Montella e uomo da 20 gol stagionali sul mercato. Tra una decisione sul West Ham definitivamente rimandata e la voglia di attendere un club che disputasse la Champions, alla fine il colombiano ha scelto la strada più corta: tentare di riportare lui, da leader, il Milan in quell'Europa che tanto gli è mancata nella scorsa annata, relegando (momentaneamente) Lapadula in panchina. La prima tripletta italiana per iniziare al meglio contro il Torino, poi il buio in due gare da dimenticare: e ora all'improvviso, esattamente come nel momento del suo acquisto, l'attacco del Milan sarà affidato a Sir William. Uno che non molla mai, per abitudine e carattere. E che grazie al suo Braveheart, gettando il cuore oltre ogni ostacolo, giocherà domani la sua prima gara da titolare in rossonero.