Una carriera lunga una vita, densa di ricordi e di vittorie. Gigi Buffon ha voluto raccontarla nel corso di un'intervista a Copa90, partendo dai mostri sacri affrontati in campo fino alla vittoria del Mondiale.
"Ogni tanto penso che ho giocato con varie generazioni di calciatori, perché è qualcosa quasi di unico; è rarissimo trovare un giocatore che riesca ad unire quelli nati negli anni Sessanta fino ai ragazzi del 2000. E’ qualcosa di cui vado orgoglioso, perché il calcio è cambiato tanto ed è diventato più difficile e nonostante tutto io sono rimasto. I più forti che ho affrontato sono Ronaldo, Messi, Cristiano Ronaldo e Zidane: questi giocherebbero in qualsiasi squadra. Dopo di questi, mi piace parlare dei compagni con cui ho giocato, ho sempre avuto un rapporto speciale con i difensori. Thuram, Cannavaro, Chiellini, Rugani, Barzagli, Bonucci, Ferrara, Montero, li ricordo sempre volentieri. Sarebbe impossibile sceglierne uno, senza dimenticare Nesta e Materazzi in Nazionale. Sono mostri sacri. Per ottenere grandi risultati come reparto difensivo deve esserci anche una forte empatia umana e negli anni sono riuscito a creare questo rapporto di fiducia. Tra gli italiani come talento puro metterei Pirlo, Totti, Del Piero, Baggio e Maldini”.
Buffon ripercorre poi la sua carriera: “La mia divisa preferita è quella che ho indossato ieri della Nazionale, quella che usano i giocatori di movimento sta molto bene anche al portiere. Poi dopo vent’anni di Italia, è un piccolo premio poter letteralmente vestire l’azzurro. Ho sempre trovato il senso di appartenenza un valore fondamentale. Ho fatto 17 anni alla Juve, 10 a Parma e poi l’Italia, praticamente in carriera ho avuto solo tre squadre. Non so se sia l’ambiente Juve che aiuta, ma ho trovato sempre ragazzi che hanno voglia di imparare, che mettono il calcio al primo posto e non è una cosa scontata a quest’età, è una lucidità importante. Al momento parliamo ovviamente di Donnarumma, è giovanissimo e c’è tanta curiosità, meritata perché ha delle doti straordinarie. I bravi portieri poi li apprezzo e stimo tutti. Mi piace capire il loro modo di parare".
Infine, Buffon svela il suo sogno realizzato: "Prima delle finali di Champions sono riuscito a dormire, prima della finale del Mondiale no. Averlo vinto significa aver realizzato il sogno più grande che può avere un calciatore o un bambino che sogna di fare questo. Era così anche per me da piccolo, anche se forse vincere il Mondiale non l’avevo mai pensato perché è qualcosa di talmente grande. Vale il biglietto della vita, posso morire in pace. Sesto Mondiale? Va ancora guadagnato, possiamo sognare la vittoria. Quando rappresenti l’Italia, non puoi non sognare di vincere. Non ho mai cominciato una competizione sognando di non vincere, perché è umano che sia così".