Maurizio Sarri non le manda a dire alla fine della partita vinta con il Feyenoord: "Sono uscito talmente incazzato, non mi ricordavo neanche che avevamo vinto. Non si può regalare un gol così nel finale. Sono uscito inferocito. In una gara in cui non abbiamo concesso nulla abbiamo subito un gol e concesso un rigore. Svogliati? Forse tra il 15' ed il 30', nelle altre fasi della gara onestamente no. Solo in quel tratto di gara ho visto una squadra sfilacciata". Però c'è stata una maggiore maturità nella gestione delle forze: "Posso essere d'accordo - continua Sarri - ma devi avere anche la maturità nel non concedere gol agli avversari. Noi abbiamo regalato un gol ed un rigore. E' una maturità non globale per ora"
La differenza di pubblico (stasera 30.000, ndr) ha colpito l'allenatore azzurro: "Se col Benevento facciamo 50mila spettatori ed in Champions meno è qualcosa che si annusa. Questa competizione è vista come una festa, ma con poche possibilità di andare avanti. E' un errore, se vogliamo diventare una squadra forte ed importante questo è un palcoscenico da onorare". Qualificazione a portata di mano? "A portata di mano no, è un obiettivo perseguibile, ma non facile. Siamo dietro, c'è da recuperare. Non è facile".
Infine un pensiero sui singoli. Reina: "Se prendiamo il 2-1 mancano 24' e cambia la partita. Ci ha risolto problemi, ha fatto una gara attenta, di ottimo livello". Maksimovic: "Ha fatto una gara di grande livello. Con la Spal ha fatto la prima mezz'ora un po' così. Nel finale c'è stata questa indecisione. Io non chiedo mai di mettere palla sulla bandierina, ma mancavano pochi secondi ed un minimo di pragmatismo serve. Io li esorto sempre a giocare, ma non c'era possibilità di arrivare di là". Infine Hamsik: "Lo sto vedendo in crescita, non è ancora ai suoi livelli, ma già dall'Atalanta lo vedo crescere. Sarebbe importante anche allenarsi, ma tra gare e nazionali non è possibile, ed è una problematica dei grandi giocatori. È un discorso generale. Io amo il calcio, vorrei vedere sempre i grandi giocatori al top, il calendario non lo consente ma servirebbe un rimedio, confinando le nazionali ad un periodo dell'anno. I presidenti pagano certi giocatori un milione al mese, per vederli poi affrontare Andorra o San Marino".