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Data: 08/07/2017 -

Napoli, Sarri: "Scudetto? Troppo presto per dirlo. Ma se tutti noi abbiamo deciso di continuare qui..."

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Dimaro, il Napoli fa già sul serio. Sotto il sole del Trentino la squadra prepara una nuova stagione con obiettivi sempre più ambiziosi. Magari lo scudetto, atteso da vent'anni, anche se Maurizio Sarri, nel corso di un'intervista concessa al Corriere della Sera, cerca di non alimentare illusioni.

"Troppo presto per dirlo, ma se tutti noi abbiamo deciso di continuare con il Napoli è perché sappiamo di poter dare di più dello scorso anno. Non mi piace fare calcoli inutili, mi muovo sempre per logica e questa oggi mi dice che possiamo andare avanti meglio. Le gerarchie del campionato probabilmente cambieranno, le due milanesi non potevano stare a guardare ancora e si stanno attrezzando. Mi incuriosisce il lavoro che Spalletti farà all’Inter. A noi toccherà non farcitrovare spiazzati". L'ex Empoli ha fatto tanta gavetta... "E se mi fossi fatto condizionare da tutte le critiche che ho ricevuto, non avrei continuato. Invece ho avuto la forza di rialzarmi ogni volta che ricevevo uno schiaffo. Certo, se mi avessero detto dieci anni fa che avrei giocato in Champions League, avrei sorriso. E invece eccomi qui

Tanti i complimenti per Sarri, anche da colleghi "illustri": "Se mi piacciono? Dipende da chi arrivano. Se parlano due che hanno reso grande il calcio italiano come Sacchi e Lippi, è motivo di orgoglio. Poi però servono i riscontri in campo. Ecco, vincere mi fa sinceramente più piacere che ricevere attestati di stima. Critiche? Va fatta una distinzione. Se arrivano da persone competenti che capiscono il tipo di lavoro che faccio, allora rifletto. Possono anche farmi male, ma ci stanno. Il mormorio di chi non mi conoscenon vive il mio mondo, mi scivola. Non credo di essere permaloso, almeno nel lavoro. Nella vita privata, lo riconosco, me la prendo. Etichette? Non mi piacciono in senso assoluto perché sono riduttive, quella che poi negli anni mi ha dato noia è quella dei 33 schemi, davvero banale".

Sul rapporto con De Laurentiis: "Il presidente va accettato per quello che è. Ho scelto di interpretare il suo modo di essereho capito che le sue reazioni sono momentanee. Basta lasciarlo sbollireela scena cambia. Ho iniziato con lui in un momento in cui mi cercavano diverse squadre e quando tutto sembrava fatto col Milan, è stato lui a fare la scelta più rischiosa e mi ha voluto al Napoli. Io mi arrabbio? Succede quando non sono soddisfatto della prestazione, possiamo aver vintooperso. La superficialità mi manda fuori di testa, ed è la cosa che più faccio faticaaperdonareaun mio calciatore".

Manager o allenatore? Sarri preferisce la tradizione italiana: "Resto un uomo di campo, non potrei permettermi di sprecare energie per fare altro. Sia a Empoli che a Napoli ho avuto la fortuna di confrontarmi con direttori sportivi come Carli e Giuntoli dei quali ho stima e fiducia. Il mercato non mi interessa e non mi piace. Reina? Quando sono iniziate ac ircolare voci su di lui, molti giocatori mi hanno chiamato dalle vacanze, volevano notizie. Capisci così quanto Pepe sia un punto di riferimento per questo gruppo e anche per me. Futuro all'estero? Mi piacerebbe. Se dovessi scegliere ora mi intrigano Spagna e Francia". Calciatori e allenatori, categoria privilegiata? "Mi rendo conto, anche se ci sono sport dove girano cifre superiori, per esempio la Nba o comunque gli sport statunitensi. Dal di fuori può essere considerata una ingiustizia sociale. Ma c’è di peggio".

Su Donnarumma: "Per un talento così certe cifre diventano normali. Mi auguro che abbia la maturità giusta, la famiglia ha una grande responsabilità". Un giocatore in particolare sta rendendo orgoglioso Sarri: "Sono contento di tutti. Un nome? Insigne, nel suo ruolo il miglior giocatore italiano".



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