“Non si può diventare allenatori bravi in sei mesi”. Messaggio a Maurizio Sarri da parte di Cesare Prandelli. L’ex ct della nazionale italiana, in un’intervista concessa al Corriere del Mezzogiorno, elogia l’allenatore del Napoli, protagonista principale dell’attuale primo posto in classifica degli azzurri: “Reina è un grande portiere – spiega Prandelli -, ma Sarri è l’artefice della svolta per tre motivi. Ha dato la giusta considerazione e importanza ad Higuain, è stato bravo e capace a cambiare le sue idee rispetto al modulo e ha fornito le conoscenze giuste alla difesa”.
Dopo tanta gavetta in giro per l’Italia, Sarri è arrivato in Serie A lo scorso anno alla guida dell’Empoli: “La sua carriera era stata importante anche prima del Napoli, al di là della categoria. Per me era normale che facesse bene, è strano invece che un allenatore debba arrivare a 57 anni per diventare un big. Un’anomalia del calcio italiano. Troppe volte i dirigenti preferiscono proporre alla piazza il nome che stuzzica la fantasia, meglio se straniero. Ma la nostra scuola resta fra le migliori”.
Le convinzioni di Prandelli diminuiscono nell’affrontare il tema pronostici: “Difficile dire se gli azzurri riusciranno a vincere il campionato, le distanze tra le squadre di vertice sono risicate. Juventus, Napoli, Inter e anche la Roma se la giocheranno tutte fino alla fine, gli azzurri hanno il valore aggiunto dell’ambiente. Quando la città ti chiede di stare sempre sul pezzo, ti stimola a fare sempre meglio. Ti motiva e ti entusiasma”. Chiusura dedicata a Lorenzo Insigne, che lo stesso Prandelli, nel 2014, convocò per gli sfortunati mondiali: “Insigne oggi non è più un ragazzino e ciò gli dà la possibilità di mettere in mostra tutto il suo grande talento. Ha consapevolezza del ruolo e delle responsabilità”.