L’amarezza per i due punti persi contro il Sassuolo ma la gioia per aver ritrovato il proprio attaccante. Napoli: Milik is back! Questa volta per davvero. A modo suo, con il gol. Con una girata di sinistro, potente e di rabbia. Quella mostrata anche nel suo urlo liberatorio. ‘Sì, ho vinto anche questa sfida…’. L’ennesima della sua vita. Perché la strada, per Arkadiusz Milik, è spesso stata in salita. Appena 23 anni ma già uomo. Insomma, uno che le cose se l’è dovute sempre guadagnare.
Testa sulle spalle ora, dopo un’infanzia difficile. Anni di sbandamento dopo la perdita del padre. Qualche furtarello, ragazzate. Poi il calcio a salvarlo, come accade in tante storie. Con la sua nuova figura paterna rappresentata da Slawomir 'Moki' Mogilan, l’allenatore delle giovanili del Katowice. Colui che lo aiutò a vincere la prima sfida, in quella Polonia a cui è sempre stato legato. Tanto da aspettare per lasciarla, rifiutando qualche buona offerta. Poi a 18 anni le esperienze in Germania con Leverkusen e Augusta che non gli regalano grandi soddisfazioni ed Amsterdam che, invece, diventa la sua nuova casa. Il 4-3-3 di de Boer, i gol e i tanti record polverizzati in Olanda. Con questa maglia, alla sua età, ha fatto meglio di gente come Van Basten, Cruyff, Kluivert e Ibra. Anche in questo caso una sfida vinta.
Napoli, l’eredità di Higuain e un impatto devastante
Gol e prestazioni che gli permettono di diventare uno dei migliori talenti del calcio europeo. E la grande chiamata, per Arkadiusz Milik, arriva dall'Italia. Con il Napoli che gli propone un'altra, intrigante sfida: raccogliere l'eredità di Gonzalo Higuain. Arek la accetta, arriva in azzurro in un momento in cui i tifosi si sentono traditi dal 'Pipita', passato dal record storico di 36 gol al trasferimento agli storici rivali della Juventus. Ma Milik ha carattere e personalità e si presenta subito con il suo miglior biglietto da visita, il gol. Doppietta decisiva contro il Milan in campionato all'esordio da titolare e doppietta decisiva in Champions League contro la Dinamo Kiev. L’impatto è devastante, con 7 reti segnate in 9 presenze ed una media di un gol ogni 85 minuti circa. Higuain cancellato? Probabilmente ancora no, ma che inizio!
L’infortunio, il calvario e la rinascita
Ma proprio nel momento in cui Milik stava lottando per conquistare Napoli, ecco che la dea bendata gli gira le spalle e lo mette davanti ad una nuova sfida. Probabilmente la più complicata della sua carriera da calciatore. L'8 ottobre, durante un Polonia-Danimarca valido per le Qualificazioni ai Mondiali del 2018, l'attaccante subisce la rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro. Da erede di Higuain e nuovo idolo del San Paolo a infortunato e paziente della clinica di Villa Stuart. Luogo in cui Milik ha vissuto tutte le tappe del suo recupero. Dall'operazione del 10 ottobre, ogni mese per lui una visita con test fisici. Nel corso della terza, al novantesimo giorno, ha iniziato a toccare anche il pallone in campo. Poi l'ok del professor Mariani, al termine dei tre mesi: "La parta clinica è terminata, quella calcistica non è di mia competenza. Abbiamo rispettato tutte le tappe, Milik è guarito!". Novanta giorni per tornare ad allenarsi, ruolino di marcia perfetto. Un calvario terminato definitivamente in una delle notti più importanti della storia del Napoli, quella del Santiago Bernabeu. Il 15 febbraio, quattro mesi dopo l'infortunio, Sarri gli concede qualche minuto in Champions League contro il Real Madrid. Per poi schierarlo per la prima volta dall'inizio in Coppa Italia, allo Stadium, contro la Juventus.
(Le tappe del recupero di Milik: La prima visita - L'operazione - Il ritorno a Napoli - Visita primo mese - Visita secondo mese - Visita terzo mese - Ritorno in campo)
Il ritorno al gol e la gioia: “Sono felice”
Ed oggi un'altra grande gioia, l'ultimo passo che mancava per chiudere definitivamente questa brutta pagina della sua carriera. L'infortunio è ormai alle spalle, contro il Sassuolo il polacco è tornato anche al gol. Sette mesi dopo l'ultima volta, il 28 settembre contro il Benfica in Champions League. In campionato, invece, Milik non segnava addirittura dal 19 settembre, dalla decisiva doppietta al Bologna al San Paolo. Oggi è tornato a vivere quell'emozione che desiderava da tempo e che meritava dopo mesi di sofferenza. "Ed ora sono felice – ha poi dichiarato Milik al termine della partita – anche se c’è rammarico per i due punti persi. Ma sono contento di giocare in questa squadra giovane e forte e di essere tornato al gol. Ora sto bene, sicuramente meglio rispetto a due mesi fa. Vorrei giocare di più ma decide Sarri, io sono a disposizione e mi accontento dei minuti che mi concede. Io o Mertens non fa differenza, a noi interessa continuare a giocare bene e vincere”. Una liberazione, il sorriso ritrovato e la voglia di ricominciare. Milik is back! Per riprendere il discorso da dove si era interrotto e vincere tante altre sfide, con la voglia e determinazione di sempre.