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Data: 20/12/2017 -

Napoli, Koulibaly: "Vogliamo lo scudetto. La Juventus non è la squadra da battere. Qui mi sento come a casa. I miei idoli? Mandela e Malcom X"

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Il giorno dopo la vittoria per 1-0 sull’Udinese e la conquista dei quarti di finale di Coppa Italia, per il Napoli è già tempo per ritornare con la testa al campionato. Intervistato da Il Mattino, Kalidou Koulibaly, punto fermo della squadra di Sarri, ha parlato molto di sé, ma anche della situazione della sua squadra. “Siamo molto soddisfatti di quanto fatto fin qui. Il primo posto vale molto ma sappiamo che strada è lunga. Dobbiamo fare il nostro, vincere il maggior numero di partite possibile, a partire da quella di sabato contro la Sampdoria”.

Primo posto che è frutto delle solide prestazioni di Koulibaly, difensore cresciuto molto con il lavoro agli ordini di Maurizio Sarri, che nel 2015 gli promise di farlo diventare un difensore da Barcellona. “Non so se ora sono un difensore da Barcellona. Mi sento di dire che sono cresciuto tanto, ed il merito va sicuramente a Sarri e a tutto il suo staff che mi hanno dato un grande aiuto. Mi hanno detto difetti che avevo, e per migliorare servono anche le critiche. Sarri me le ha fatte sempre con il massimo rispetto. Ascolto molto lui come tutti i compagni. È importante giocare a fianco di Raul Albiol, giocatore che ha vinto molto. Lui e gli altri compagni di reparto mi aiutano molto, mi fanno sentire in una famiglia. E in questo clima tutto è più semplice. È difficile abituarsi al gioco di Sarri, fatto di possesso palla. Io ci ho messo molto ad abituarmi. All’inizio non giocavo perché ero in difficoltà nell’imparare i movimenti. Francesco Calzone, il vice allenatore, mi parlava molto perché conosce movimenti. Dopo gli allenamenti mi fermavo con lui, e mi ha aiutato. Li ringrazio, mi hanno dato una nuova visione del calcio. Penso davvero di essere diventato un altro giocatore.

Dietro al Napoli però, la concorrenza incombe. E a chi gli chiede se sia ancora la Juventus la squadra battere, Koulibaly sa cosa rispondere. “No, non c’è solo la Juventus da tenere d’occhio. Quest’anno l’Inter è forte, Roma sta bene, e anche la Lazio è una squadra in forma. Al momento sicuramente queste 5 squadre sono in corsa per titolo. Ma sappiamo che il cammino verso lo scudetto è lungo. La Sampdoria è in difficoltà, ma ha schemi di gioco simili ai nostri, sarà una squadra difficile da affrontare.. Ma sono partite da vincere, perché solo questo è il modo per puntare allo scudetto. A Napoli loaspettano da tanto. Speriamo di essere ancora davanti a Marzo/Aprile”.

Koulibaly racconta anche qualche segreto sulle sue tecniche da difensore, che ne hanno reso tra i migliori nel ruolo in Italia. “Con Sarri ho imparato a seguire la palla. È difficile seguire i movimenti, mentre la palla è obiettivo principale. Anche in nazionale provo ad aiutare su questo. L’uomo che sta dall’altro lato rispetto alla palla non può essere pericoloso. L’ uomo veloce , può fare molte finte, ma la palla è una. In serie A è più facile giocare tenendo a mente questo”. E poi svela quali sono i clienti più scomodi del nostro campionato. “Higuain, Icardi, Dzeko. Ma anche Kalinic è un attaccante molto pericoloso. Per buona parte della partita magari si nasconde, ma al momento giusto è li sul filo del fuorigioco. Uno come Higuain, che ha giocato con noi, conosce i nostri pregi e i nostri difetti, oltre agli schemi. Si mette dove sa che non ce lo aspettiamo. Come nell’ultima partita contro di noi, in cui per una frazione di secondo non sono riuscito ad anticiparlo sul gol che poi è stato decisivo. Ha vissuto un anno co noi, ma proveremo a fermarlo.

Una parentesi importante poi Koulibaly la apre sulle differenze tra il Napoli di quest’anno e quello degli anni passati. “Nelle ultime stagioni siamo partiti davanti ma poi abbiamo incontrato difficoltà. Quest’anno ci vogliamo rimanere, per provare a fare la storia del Napoli. Siamo consapevoli che possiamo e dobbiamo vincere qualcosa. Nello spogliatoio c’è voglia di fare qualcosa da ricordare. Siamo un gruppo, attacchiamo e difendiamo tutti insieme. Siamo tutti concentrati per lo stesso obiettivo: vincere lo scudetto. Forse questo ci ha tolto energia in vista della fase a gironi di Champions League, non saprei dire. Sicuramente dispiace per la prima partita persa ingenuamente contro lo Shaktar, sarebbe stato molto importante partire col piede giusto. Ma ora dobbiamo provare a dare il massimo in Europa League. E come abbiamo visto ieri, anche chi gioca di meno piò fare bene”.

Vittima di discriminazioni razziali in occasione di Lazio-Napoli il 4 settembre 2016 e ospite a Milano al Forum Equal Game lo scorso novembre, Koulibaly parla anche del delicato tema del razzismo negli stadi. “È un problema presente non solo in Italia. Dopo partita contro la Lazio, tutto è venuto alla luce. Ora si fa sforzo. Ricordo che nella giornata successiva, tutti i tifosi allo stadio indossavano una mia maschera. Mi ero emozionato molto, è stato uno stimolo a dare ancora di più . 60000 persone con mia maschera per farmi sentire uno di loro. Sappiamo che nostri tifosi sono criticati, specie al Nord. Mi spiace, un Pease dovrebbe essere unito al di là della distanza geografica, e invece spesso mi capita di sentire cori contro i tifosi del Napoli come si sentono cori contro la gente di colore. Il razzismo non va combattuto solo a livello di città, dovrebbe essere fatto qualcosa a livello nazionale ed ancora più in grande. L’incontro è stato bellissimo, con semplicità abbiamo spiegato a dei ragazzi cose importanti. So che in Europa adesso è un argomento delicato. Quando si vedono tanti stranieri nel proprio Paese può far paura, ma se non vai tu verso di loro non ti puoi meravigliare. Io stesso sono andato dal Senegal e Fra, ma anche la Francia ha aiutato molto i miei connazionali. Mio padre parla della Francia come del proprio secondo paese. Io stesso parlo sia senegalese sia francese. Nella mia famiglia tutti parlano francese. Mia moglie è francese. Quando mio figlio parla sia senegalese, sia francese, sia qualche parola in italiano,sorrido. Qualcuno rimane sorpreso, ma io sono felice, perché credo che questa sia la vera integrazione

Altra battaglia in cui il difensore del Napoli è quella contro la schiavitù. “Un tema che mi tocca davvero. Sembra che stiamo tornando indietro. Difficile togliere certe idee dalla testa della gente, ma quando vedi che in qualche posto nel mondo capita questo tipo di disavventura, capisci che non si può tornare a quei tempi. Siamo tutti uguali, sullo stesso piano, senza differenza di nazionalità e colore. Non c’è nessuna differenza tra noi uomini. Quando sono arrivato a Napoli molti mi hanno parlato male di questa città, e non capisco perché. Qui ho trovato il mare, la gente che subito mi ha trattato come uno del posto. Ho legato fin da subito con vicini di casa, tifosi del Napoli ovviamente. Anche la mia famiglia si trova bene. In molti conoscono anche il nome di mio figlio. Mi trattano davvero come se fossi a casa mia, ne sono davvero felice”.

Un pensiero anche agli idoli, dentro e fuori dal campo. “Nelson Mandela e Malcom X mi hanno insegnato che con i sacrifici nulla è impossibile. Loro hanno ottenuto molto per la gente di colore e non solo. Non bisogna mai arrendersi, ma sempre lottare. Io stesso all’inizio qua ho fatto fatica, ed invece ora mi sento un leader. Ecco, queste due persone mi danno questa idea. Come calciatori non posso che avere come modelli Vieira e Thuram, essendo cresciuto con Francia 98’. Spero di raggiungerli anche come personalità fuori dal campo. Non esiste solo il calcio. Ovvio, ancora non penso a cosa fare dopo. Ma la visita di Patrick qualche giorno fa ci ha aiutato. Nato in Senegal, cresciuto in Francia, campione del Mondo. È stata un’ora intensa e piacevole. Mio padre ha sempre sudato per avere le cose che abbiamo avuto in famiglia. Ho sempre avuto quello che di cui avevo bisogno, pur essendo in difficoltà. Mio padre ha dato più a me che a se stesso. Per mio figlio sarà difficile, voglio insegnarli che nulla è facile, che quello che vuole se lo deve guadagnare. Ora però sono i miei genitori che vogliono dare tutto al nipoino.

La domanda che fa più male è quella sulla mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali. “Non saprei dire il perché ma mi dispiace. L’Italia è una nazionale che dovrebbe essere alla Coppa Mondo. Vedendo il livello del calcio italiano mi sorprende che non si siano qualificati. Ma penso che ora debbano ripartire. Vedo Lorenzo e credo che un giocatore così importante non possa non essere al Mondiale. È il più grande trofeo di calcio, per questo io voglio arrivarci al meglio e portare alta la bandiera del mio paese. La situazione del calcio africano è in crescita, ci sono ragazzi interessante, penso a Manè o Keita Baldè. Il vero problema è che partiamo svantaggiati rispetto agli stati europei, perché siamo stati poco aiutati negli anni precedenti”.

Un ultimo messaggio è per il compagno Ghoulam, attualmente fermo ai box dopo l’infortunio al ginocchio. “Per me è quasi un fratello. Siamo spesso insieme, le nostre famiglie si conoscono. È difficile vederlo lontano dai campi, ma quando sento che si allena per il rientro sono felice, mi ha sempre aiutato e sa di poter contare su di me. Una persona importante per me, oltre il calcio. Non vedo l’ora che rientri, è fondamentale per noi in campo, aiuta in ogni zona e ci dà qualcosa in più per imprevedibilità”.



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