La prodezza del "magnifico" non è bastata, ma Insigne è già carico per la gara di ritorno con il Real. Le parole rilascate nel corso di un un'intervista concessa al Corriere dello sport fanno trapelare ottimismo, anche se con le dovute cautele.
"Il 3-1 condiziona il giudizio. Ma noi siamo vivi, e lo vedrete" - dichiara Insigne - "Rimonta? Si può fare e vi spiego perché. Peccato che il vantaggio sia durato poco, una decina di minuti. Ma quando sei in campo non ti rendi conto del tempo che passa e comunque pensi ad altro. E però aggiungo: io non sarei così pessimista. Il 3-1 condiziona il giudizio globale. E’ successo tutto così in fretta, la palla sui piedi di Hamsik, io che vado nello spazio, Marek che me la dà con i giri giusti. Ho guardato Keylor Navas, ho visto che stava distante dai pali, m’è sembrato di vederlo fuori posizione o almeno così l’ho battezzato. Ho tirato, dando forza e cercando anche la traiettoria. Diciamo che sono stato anche un po’ fortunato. Non so giudicarmi, non è mia abitudine. Ma non ho capito niente, eravamo avanti di un gol ed io ho scoperto un altro tipo di felicità, perché segnare là ti lascia il segno. Ma l’amarezza per la sconfitta non ti concede nulla. Loro sono stati bravi, ma noi non meritavamo questo passivo. E però non è finita".
La telefonata con Cassano: "Sì, prima della gara. Non ci pensare, m’ha detto. Gioca come sai. E’ stato carinissimo, io e lui abbiamo un rapporto sincero, amicale, familiare. Abbiamo chiacchierato di altro, mica solo della partita: la tensione bastava ed avanzava, in quel momento. Maradona nello spogliatoio?Impatto emozionale straordinario, unico. Lo guardi è pensi che hai di fronte a te il più grande del calcio, un fenomeno irraggiungibile. Ci ha detto poche cose: fate quello che non è riuscito a me: sono passati trent’anni, adesso tocca a voi. Credeteci". Cosa non è andato al Bernabeu? "Non abbiamo giocato male, siamo stati diversi da quelli che in genere mostriamo di essere. Ma non è stata paura, né soggezione. Penso invece sia stato altro: ad esempio, l’abitudine ad affrontare questo genere di gara. Loro ce l’hanno nel Dna, hanno vinto coppe di ogni tipo, ne hanno vissute a decine o anche a centinaia".
Real, squadra di fuoriclasse: "Vabbè, a parte Cristiano Ronaldo, io sono rimasto impressionato da Modric, che è autentico fenomeno. Ti rendi conto, quando lo osservi, che ha doti naturali, che fa tutto in scioltezza, che fa sempre la cosa che non t’aspetti. La maglia di CR7? L’ho incrociato all’uscita dal campo, per l’intervallo, ed è stato istintivo chiedergliela. Pur essendo di livello assoluto, e degni della massima considerazione, non sono dei mostri. Loro hanno avuto occasioni, mica le neghiamo, ma pure noi: potevamo andare al ritorno sul 3-2, un aiutino niente male. Ma la fortuna ha girato lo sguardo. Sono cose che chi gioca al calcio conosce perfettamente bene, sa che non è una colpa, né un demerito. Noi siamo gli stessi dei diciotto risultati utili consecutivi, quelli che sono andati all’intervallo sull’1-1 con il Real Madrid".
Insigne leader? E' ancora presto: "Ho venticinque anni, non sono vecchio ma neanche più ragazzino, non mi sento leader e semmai queste valutazioni le lascio a voi, ma so quanto sia legato a questa squadra ed a tutti quelli che giocano con me. Io sono a disposizione d’una squadra che è sempre stata disponibile nei miei confronti". Al ritorno ci sono ancora possibilità di passaggio del turno: "L’errore sarebbe buttarsi avanti a capofitto. Novanta minuti sono interminabili e noi abbiamo dimostrato, in questi anni, di saper fare gol. E’ successo anche a Madrid, bisognerà avere pazienza. Sarà un’altra partita, stavolta: verranno in uno stadio che sarà una bolgia e sono convinto che noi saremo da una parte più rilassati e dall’altra più carichi, perché quella gente, i diecimila, i ventimila che ci hanno seguito in Spagna, andrebbero ripagati".
In chiusra d'intervista Insigne fa una promessa per il ritorno: "Napoli-Real Madrid diventerà diversa. Vi stupiremo. Ritroveremo noi stessi, quelli che la gente è abituata a vedere. E comunque mi permetto anche di aggiungere che non mi sembra che poi sia stata una così brutta partita, come dice il 3-1. E’ il risultato che inganna. Il sogno resta? Certo che sì. Io voglio vincere e non dico cosa: voglio altri trofei importanti, da godermi con questa maglia addosso".