E' alla sua dodicesima stagione con la maglia del Napoli sulle spalle. 502 presenze totali, 120 gol e 110 assist. La fascia da capitano sempre salda intorno al braccio: "Ormai questa è casa mia e sono orgoglioso di stare qua". Parola di Mark Hamsik, uno che ormai ha il sangue azzurro che gli scorre nelle vene: "E' una città in cui vivo bene e in cui non mi sento straniero. Spero di portare ancora avanti la mia carriera nel Napoli. Per un calciatore è l’ambiente ideale".
Da un Napoli appena tornato in A ad un Napoli ad un passo dallo Scudetto. Che, ovviamente, rimane la missione principale anche di quest'anno: "Ci sono squadre molto forti - sottolinea Hamsik ai microfoni del Corriere dello Sport - squadre costruite da anni per vincere in Italia. Squadre che ora sembrano costruite persino per vincere in Europa". Adesso a guidare lui e i suoi compagni verso l'impresa c'è Carlo Ancelotti: "Il mister ci ha fatto capire, in poche settimane, di essere una persona stupenda, aperta. Ci dà tanti consigli, è molto simpatico e sta lavorando molto bene. Non per caso ha vinto dovunque è stato, in Europa"
Ma anche chi è andato via, ha dato tanto al centrocampista slovacco: "Sarri era un uomo del campo - continua - viveva ventiquattro ore su ventiquattro in campo. Era davvero malato, veramente, non trascurava niente, neanche i minimi particolari. E' lui l'allenatore che mi ha migliorato di più, sia tecnicamente che tatticamente".
Il resto dell'intervista ai microfoni de Il Corriere dello Sport.