Una parte che si riconferma, che si ripropone in continuo, negli anni. Un’altra, invece, che cerca di imporsi, dalle origini più recenti e meno conservative. Potrebbe essere il copione di un campionato che da qualche anno vede la Juventus scacciare a turno il Napoli e la Roma, o magari – per rimanere in tema – quello di Gomorra, con Ciro l’Immortale e Genny Savastano pronti a stravolgere nuovamente gli equilibri mai stabili della criminalità organizzata nella serie. Ma Salvatore Esposito, che interpreta quest’ultimo, vuole commentare soltanto le cose reali, quelle del campo, a dodici giornate dall’inizio della Serie A e a pochi giorni (17 novembre, ndr) dai primi episodi della terza stagione. A partire dal suo Napoli, di cui è tifosissimo: “In questo momento ha tutte le carte come mai negli ultimi anni per lottare alla pari con la Juve. Poi si è aggiunta l’Inter, compatta, a cui secondo me manca ancora qualcosa. Sperando che gli infortuni ci lascino stare tranquilli”. Già, perché adesso oltre a Milik si è aggiunta la pesante assenza di Faouzi Ghoulam. “Senza l’algerino c’è Mario Rui fino a gennaio, altrimenti bisogna schierare Hysaj a sinistra. La cosa migliore da fare sono degli investimenti che non sono stati compiuti in estate. Ed è necessario un ulteriore salto di qualità, servono 3-4 innesti per far rifiatare i titolari. Perché sugli undici si può competere con tutti su altissimi livelli, è stato un peccato aver beccato il Manchester City nell’anno migliore: sono sicuro che arriverà tra le prime quattro in Champions League” ha predetto l’attore, intervistato in esclusiva da gianlucadimarzio.com.
I ritmi serrati del set gli hanno cambiato la vita. Ma questo non gli impedisce di seguire gli azzurri: “Prima andavo allo stadio, avevo più tempo, mentre ora non ci vado da una vita. Mi tocca guardare la partita da casa, o al massimo vado a vederla altrove. Adoro l’atmosfera, posso raccontare di aver sentito l’urlo pazzesco ‘The Champions’ del San Paolo…”. Poi il clamoroso colpo di scena. “Ma ammetto che amo guardare il calcio in tv, perché mi piace rivedere le azioni. Ho la possibilità di cogliere ogni aspetto, ogni movimento. L’euforia della gradinata non permette di avere la stessa tranquillità” ha confessato Esposito. Ma Genny che calciatore sarebbe? Glielo abbiamo chiesto. “Neymar, perché è un enfant prodige!”. Per gli altri paralleli, Salvatore non si lascia influenzare soltanto dall’estetica: “Ciro Di Marzio è Guardiola, don Pietro è Sarri: sono gocce d’acqua, ma anche i più fini strateghi della serie, come loro sono tra i migliori allenatori del momento. Siamo privilegiati ad avere due ‘tecnici’ di questo calibro, nella nostra rosa”.
Il successo di Gomorra ha travalicato i confini nazionali, arrivando in gran parte del mondo. Diventando ovviamente un cult anche tra i calciatori. Questo gli ha permesso di conoscere Zlatan Ibrahimovic: “Ciò che mi ha colpito, e che non mi aspettavo, è che è un tipo molto divertente. Ride e scherza in continuazione, giocando sul fatto che lo paragonino a Dio. Sono rimasto piacevolmente sorpreso, così come posso dire che vederlo in azione dal vivo fa di gran lunga un effetto migliore”. Prima di chiudere, un appello importante a tutti i fan della serie: “Non dimenticatevi che gli episodi 1 e 3 che verranno trasmessi in anteprima al cinema il 14 e il 15 novembre. Sono felice di questo, perché così anche chi non è abbonato Sky ha l’opportunità di potersi appassionare alla serie”. Stamm’ turnann, sarebbe la chiosa di Genny Savastano. Ma anche l’urlo dei napoletani a caccia dello scudetto.