"Io credo nel Napoli, in Ancelotti e nei nostri giocatori". Parole e musica di Aurelio De Laurentiis che, direttamente da palazzo Petrucci, ha parlato di Champions e non solo: "Gara decisiva con il Liverpool? Ad Anfield può accadere di tutto. Giocheremo nel teatro del calcio, saremo davvero nella fossa dei leoni. Ma molto dipenderà da quanto accadere negli altri stadi. C'è solo una strada percorribile da parte nostra: vincere, vincere, vincere".
Serviranno l'esperienza di questi anni europei. Quella, in primis, di Hamsik. In gol anche contro la Stella Rossa. Lui, sempre più bandiera di questo Napoli: "Una volta Moratti mi chiamò e mi disse: 'Guarda, i miei lo vogliono. Non è che me lo venderesti?'. Io, ovviamente, ho detto di no. Così come ho fatto successivamente con Allegri, quando me lo chiese al Milan. Poi anche alla Juventus. Lui è il nostro simbolo".
C'è una certa curiosità anche per quei nuovi che ancora non sono riusciti a mettersi in mostra. Uno su tutti Meret, che attende ancora il suo esordio in azzurro: "Mi sta veramente a cuore, fremo per il suo ritorno in campo. Fin qui non è stato fortunato, ma quando entrerà in gioco darà davvero grandi soddisfazioni".
Chiosa su Ancelotti, per il quale ci sono solo elogi: "Divento matto quando vedo gli allenatori italiani o esteri che si disperano in panchina con scene eclatanti. Lui non lo fa mai, solo quando non vede quello che vuole dalla sua squadra e esige una reazione. Carlo è una persona che ho seguito per cinque anni e che si è dimostrata così come mi era stata descritta: distesa, tranquilla, capace di trasmettere a tutti la sua serenità".