Qualche rammarico, ma non troppi. “Abbiamo sei punti, contavo di averne sette dopo le prime tre giornate: il calendario è duro e continuerà ad essere complicato” ha osservato Carlo Ancelotti, nella conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Fiorentina. E allora, col solito sorriso, anche dopo la sconfitta di Genova e la sosta, l’allenatore ha trasmesso calma: “Siamo di buon umore, ci dispiace solo per Chiriches che si è infortunato gravemente. Dobbiamo aumentare attenzione ai dettagli, perché siamo tra le squadre che hanno subito meno tiri in porta, ma abbiamo preso sei gol. Ci sono errori che ci costano più di quanto dovrebbero, per questo dico che la squadra difensivamente si è comportata a dovere nelle tre uscite”.
Un dato che si è confermato nelle prime tre giornate è la titolarità di Arkadiusz Milik. “Sia lui che Mertens partono alla pari dopo questa sosta, sono entrambi un po’ stanchi. L’allenamento di oggi sarà decisivo e ogni ragionamento che faccio è solo in ottica della Fiorentina. La squadra di Pioli è brava e pericolosa, far bene contro di loro aiuterebbe la nostra autostima” ha spiegato Ancelotti. Un altro aspetto, meno positivo, è che il Napoli è sempre andato in svantaggio: “Mentalmente dobbiamo essere più solidi, ma sono difficoltà naturali in un percorso di crescita. Troveremo la nostra stabilità”. Il progresso, dal punto di vista tattico, consiste in un’evoluzione ben precisa: “Le mie idee non sono in contrasto con quelle di Sarri, la squadra non deve dimenticare quanto fatto con lui. Il mio obiettivo è di sviluppare un gioco più verticale. Ancelottismo? No, il mio calcio ha una filosofia meno identificabile. I neologismi si addicono a chi ha sempre avuto una filosofia precisa, che ha un’unica identità, come Sarri e Guardiola”.
Il fatto che la prima sconfitta e le relative critiche siano arrivate non appena Ancelotti abbia cambiato qualcosa nell’undici iniziale, non lo spaventa: “Quando si perde, le critiche sono all’ordine del giorno. Io manterrò la mia idea, voglio valorizzare la rosa e la rotazione sarà naturale. Dopo la sfida con la Fiorentina valuterò i giocatori migliori per la Stella Rossa e così via”. Dopo aver dribblato seccamente la domanda sullo scudetto (“Non è il momento di pensarci, dobbiamo vincere partite e migliorare ancora”), Ancelotti ha concluso con un’osservazione sullo stato del calcio italiano: “Ci sono problemi più seri della fascia di Astori, che deve essere ricordato e onorato. In Nazionale al momento non ci sono valori individuali di livello, serve tempo e pazienza. Il lavoro di Mancini non è facile, ci sono giovani che non hanno alcun tipo di esperienza internazionale”.