A Napoli è arrivato solo la scorsa estate, ma a Carlo Ancelotti è bastato davvero poco per stregare tutto il popolo azzurro. Ospite nella redazione de ‘Il Mattino’, l’allenatore del Napoli ha affrontato diversi temi: “Riusciremo a vincere? I complimenti arrivano per i risultati che riusciamo ad ottenere. Che non significa solo gol fatti e subiti. Siamo stati apprezzati per la personalità e questo è già un risultato. Ovvio che i risultati contano più di tutti, ma sono equilibrato e penso che i complimenti fanno bene perchè tengono l’ambiente sano. Ma non ci devono far perdere la realtà delle cose e le difficoltà delle partite”.
Ancelotti e il rapporto con De Laurentiis
“Come ha fatto a stregarla De Laurentiis? Siamo stati in contatto per tanto tempo. E’ una persona schietta e simpatica, leale. Il presidente è vulcanico, generoso. Diciamo che con me il calcio è l’argomento di cui tratta meno. E’ un piacere passare una serata con il presidente. Non mi aspettavo di venire a Napoli, ero certo continuassero con Sarri. Quando mi ha contattato ero sorpreso e convinto che potesse essere la scelta giusta”, ha aggiunto Ancelotti. “A tresette sono il più forte d’Italia. Poi a volte faccio vincere il presidente”, sorride Ancelotti. Che poi prosegue: “Il presidente mi ha chiesto la formazione più di una volta. Ma è normale informarsi. Quando la decido la formazione? La mattina della partita è decisa”, ha poi proseguito.
Roma e il match di domenica contro i giallorossi
"Roma è stata la prima esperienza fuori di casa. Roma negli anni ’80 era bellissima, non c’era il caos di oggi. Più familiare, vivibile. Oggi la Roma è un avversario temibile che ha avuto alti e bassi, ma ha tanto potenziale ed esperienza. Dzeko? Dobbiamo tenerlo sotto controllo. Sarà una partita bella e appassionante ma noi stiamo vivendo un buon momento e vogliamo continuare. La Roma ha cambiato tanto a centrocampo, che è il reparto più determinante. Quando cambi così, ci sta un primo periodo di appannamento", le parole dell'allenatore del Napoli.
Sul mercato
“Dire che non abbiamo investito è una falsità. Fabian Ruiz, Meret e Verdi non ce li hanno regalati. Poi l’ossatura dello scorso anno era molto valida. Possiamo crescere nella personalità, nel gestire i momenti difficili delle partite”.
Ancelotti e il confronto con Sarri
“Eredità Sarri? Il confronto non mi ha mai dato fastidio, perchè Maurizio lo conosco benissimo e qui ha ottenuto risultati. Ha fatto un grande lavoro di tre anni. Il girone di Champions rimane comunque difficile, occorre un’altra impresa a casa nostra. La spinta del San Paolo è importante quando la squadra c’è. Non dobbiamo pensare che la spinta sia la forza determinante, ma il campo"
“Sarebbe ora di vincere anche al Sud”
"Sarebbe ora di vincere anche al Sud, bisognerebbe riequilibrare un po’. Vincere? Facciamo tutto quello che si può. L’Inter è una concorrente vera. Perchè così sottovalutata in estate? Perchè d’estate si va dietro al nome del calciomercato. E noi con nomi meno altisonanti rispetto ad Higuain o Cristiano Ronaldo eravamo messi in seconda fila. Ma quando non si cambia tanto è un vantaggio, è importante dirlo.
Sul calcio italiano
"In Italia la rivalità sportiva si è trasformata in insulto e maleducazione. Una mentalità che andrebbe sradicata. Bisognerebbe abbassare i toni e rendere gli stadi più adatti alle famiglie. Anche con i vivai, non è un problema tecnico, anche se mancano i grandi talenti. C’è un gruppo di giovani che dà nuova linfa e sotto stanno crescendo ottimi giovanissimi. Siamo indietro nelle infrastrutture. Prendi il San Paolo, non è uno stadio comodo. In Europa si riempiono gli stadi non solo per l’avvenimento, ma per il contorno.
Il rapporto con i giocatori e la lotta scudetto con la Juve
"Amo avere rapporti confidenziali con i miei calciatori. Ma alla fine c’è il limite tra allenatore e giocatore. Insigne top player? E’ un primo attore in Europa. Sta facendo molto bene, segna con continuità, sta dimostrando la sua maturità. Si mette al servizio della squadra. Voglio portare il Napoli a vincere qualcosa di importante, questo è il mio progetto triennale Hamsik, Callejon e Albiol li vedo bene come allenatori, ma quello che vedo meglio è Callejon. Lui vede bene le cose chiaramente, parla al momento giusto. Per un allenatore è una cosa importante. La Juve è molto forte e continua, per battere la Juve bisogna fare qualcosa di straordinario, che non vuol dire impossibile".