Due Champions League, nove Bundes, il Mondiale del 2014. Thomas Müller è il calciatore tedesco più vincente di sempre. 28 trofei conquistati tra Bayern e nazionale e una carriera incredibilmente prolifica, costruita giorno per giorno. Apparentemente senza un talento naturale così spiccato, almeno dal punto di vista tecnico.
D’altronde il segreto del suo successo lo deve a un’altra dote, rappresentata dal soprannome che gli hanno da anni affibbiato in Germania: ‘Der Raumdeuter’, colui che sa interpretare gli spazi. “Nel calcio ci sono molti segnali prima di segnare, anche quando la palla passa dalla fascia a un centrocampista difensivo o a un terzino. E in quei casi i difensori avversari guardano sempre la palla, come degli zombie” ha raccontato Müller al Daily Mail.
“Conta il tempismo. Mi inserisco anche 50 volte a partita”
“In questi casi conta il tempismo, devi capire insieme ai tuoi compagni quando è il momento giusto. Una delle cose più importanti per un buon cross è di non provare a metterlo sulla testa dell’attaccante, ma nello spazio: l'attaccante ha più tempo di quanto si pensi, se invece gli metti la palla sulla testa è più facile per il difensore impedirgli di segnare” ha proseguito il tedesco.
“Questa è una cosa che può essere allenata anche in un giocatore senza una particolare fisicità, tecnica o abilità nel dribbling. Probabilmente quando ero giovane la gente guardava le mie partite, e dopo avermi visto segnare due gol si chiedeva: ‘Com'è possibile?’. Il mio punto di forza è che ci provo sempre, su qualsiasi passaggio che può essere pericoloso per gli avversari. Mi inserisco anche 50 volte a partita, magari 49 volte non prendo la palla, ma il calcio è fatto di tanti errori e ci devi provare continuamente. Magari il difensore la 51^ volta sbaglia, e tu segni. È logica, più che talento innato”.
“Guardiola voleva vincere a ogni costo”
Qualche parola poi su Guardiola, suo ex allenatore che Müller potrebbe incontrare in Champions qualora Bayern e City passino i propri turni contro PSG e Dortmund: “Le squadre di Pep sono sempre tra le favorite, ma in Champions può succedere di tutto. Lui è il migliore nel preparare le partite contro le piccole, ma quando due top team si incontrano ogni logica sparisce”.
“Il nostro vantaggio ai tempi del Bayern era che Pep arrivava dopo la nostra vittoria della Champions nel 2013. Heynckes si era ritirato e lui ha provato di tutto per avere successo. Quindi non abbiamo avuto tempo di riposare, perché Guardiola ci ha preso a calci in c**o in ogni allenamento. Voleva dimostrare al mondo intero che anche in un nuovo campionato poteva vincere, e questo è stato importante per il nostro successo in Bundes. Aveva sempre un piano in mente, e se dopo 10 minuti le cose andavano diversamente ne aveva altri quattro o cinque e cambiava tutto”.
“Voglio esserci agli Europei. Musiala? Felice che sia con noi”
Poi una parentesi sui prossimi Europei: “Spero che ci sia la possibilità di vedermi, ma vedremo cosa succederà nelle prossime settimane. Il mio talento è anche non sentire le pressioni dei media. Non ti danno tempo per rilassarti, ogni volta che sbagli un tiro o un passaggio dicono: ‘Oooh... Muller non sta giocando bene!’. È stressante, ma adoro tutto ciò”.
Müller ha infine parlato di Musiala (talento classe 2003 e suo compagno al Bayern), cresciuto in Inghilterra ma nato in Germania, nazionale che ha scelto di rappresentare e con la quale ha esordito lo scorso 25 marzo: “Non so se lo abbiamo rubato agli inglesi, ma siamo felici che Jamal abbia scelto la Germania. I giovani mi fanno mantenere in forma, e io li tengo sull’attenti. Devono capire che al Bayern si gioca per vincere, quindi hanno poco tempo e devono imparare dai più anziani”.