Dopo l'udienza in Procura Mourinho è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della gara tra la sua Roma e la Fiorentina, gara in programma domenica 10 dicembre all'Olimpico e valida per la quindicesima giornata di Serie A.
Roma, la conferenza stampa di Mourinho in vista della Fiorentina
L'allenatore ha aperto parlando del momento della Roma: "Settimana buona, perché abbiamo potuto lavorare bene. Intensità alta, che è quello che di solito non possiamo giocare quando giochiamo tante partite. Smalling niente, non c'è nessun tipo di evoluzione. Kumbulla sì, Kumbullla inizia già ad allenarsi con noi, anche se con qualche limitazione. Se tutto va bene, non dico a disposizione totale, però può aiutare dalla panchina, 10-15 minuti. Magari contro il Napoli Napoli, se non Napoli subito la prima di gennaio. Marash sta lavorando molto, molto bene".
Il portoghese ha quindi fatto il punto sugli infortunati: "Poi gente come Renato, Pellegrini, gente che arriva da infortuni recenti, hanno avuto una buona settimana di lavoro. Sono questi fuori, più Tammy ovviamente, però in questo senso bene. Lavoro importante da fare, era da tanto tempo che non si lavorava con tutta la squadra insieme, principi tattici... Buona settimana".
Mourinho ha poi proseguito commentanto la partita contro la Fiorentina: "Mi aspetto un avversario di tanta qualità. Tanta qualità, tante opzioni, grande rosa. Si è visto che ha giocato contro il Parma e ha vinto senza giocare con tanti giocatori che giocheranno domani. È veramente un'ottima squadra, con un'identità molto molto propria, che gioca ovviamente per gli stessi obiettivi per cui giochiamo noi. La differenza in classifica dimostra chiaramente questo. Mi aspetto una partita molto difficile, sicuramente".
Riguardo all'incontro con il procuratore federale, Mourinho ha affermato: "Dalla giustizia sportiva mi aspetto giustizia. Non è stato un problema per me, la mia vita qui a Roma è lavoro, mi sono presentato spontaneamente e anche felice perché il procuratore federale, il signor Chiné, mi ha dato l'opportunità di dirgli con tutta la naturalità quello che gli potevo dire, che è esattamente la verità. Non ho mai offeso l'arbitro, non ho mai messo in dubbio la qualità dell'arbitro, mai. Il fatto di utilizzare quell'espressione lì, che mi è sembrata e mi continua a sembrare un'espressione assolutamente normale, perché la utilizzo anche quando parlo di me stesso riguardo al lavoro o la vita sociale, è stata eventualmente capita in un modo che non era quello che io volevo esprimere. Durante la partita l'arbitro ha dimostrato che aveva le capacità per fare quella partita e subito dopo la partita io ho detto esattamente questo, che l'arbitro aveva fatto un buon lavoro. Non riesco a trovare nessun tipo di problema con questo, che praticamente è ciò che ho espresso al procuratore federale. Mi aspetto giustizia, è solo quello che aspetto".
L'allenatore ha quindi commentato le sue dichiarazioni riguardo a Berardi: "Questo è un problema del Sassuolo, però è anche un problema di personalità direi. Perché quando mi hanno trovato lì, prima e dopo la partita, non l'hanno detto a me? Perché mi salutano con grande cordialità, anche con grande soddisfazione e con un sorriso grande, e il giorno dopo dicono alla stampa che non sono contenti delle mie dichiarazioni? Questo per me è una questione di dignità, io se non sono contento con un avversario con qualcosa, glielo dico quando lo trovo, in uno spazio di tranquillità dopo la partita. Questo non è successo e mi sorprende, però io quello che ho detto ho detto e ho il diritto di dirlo. E più che un diritto ho anche un dovere, perché uno che è allenatore di alto livello da più di 20 anni ha anche il dovere di difendere il calcio. Ci sono delle cose sul terreno di gioco che non possono succedere e purtroppo succedono tante volte, spesso, settimana dopo settimana".
Dopodiché Mourinho ha espresso il suo apprezzamento per le parole di Tiago Pinto, che ha preso le sue parti prima della sfida con il Sassuolo: "Per me Tiago Pinto è la Roma, quando parla Tiago Pinto parla la Roma. Io la vedo così, non vedo che il direttore Tiago quando parla parla come un'individualità. In quel momento lì io ho sentito che era la società che stava parlando. Io non mi aspetto sostegno della società quando io sbaglio, perché quando sbaglio non mi aspetto sostegno da nessuno, però quando non sbaglio e le mie parole sono assolutamente normali, equilibrate... Mi ha fatto piacere che la società mi ha detto 'Siamo qua'. Utilizzando un'espressione che non posso utilizzare più, mi ha dato equilibrio emozionale per quella partita lì".
All'allenatore è poi stato chiesto di chiarire cosa gli sia stato contestato, ma il portoghese ha preferito non entrare nei dettagli: "Io penso che non posso neanche parlare di quello che è successo ieri. Sono andato con il direttore Pinto, che mi ha accompagnato, e con l'avvocato Conte. Abbiamo trovato il procuratore federale Chiné e abbiamo parlato, mi fermo qua. Non mi sento a mio agio a dire di più".
Rapuano, Maresca e Aureliano, tutti componenti della squadra arbitrale che dirigerà Roma-Fiorentina, hanno avuto diversi problemi con la Roma e con Mourinho in questi anni: "Io penso che noi allenatori non dobbiamo parlare degli arbitri prima della partita. Questa è una riflessione che ho fatto da solo e che ho anche condiviso ieri con il procuratore. Io penso che prima della partita non dobbiamo parlare degli arbitri. Dopo possiamo essere più felici, meno felici, criticare di più, criticare di meno, però prima della partita penso che dobbiamo partire dal principio che gli arbitri vogliono fare bene e lasciarli tranquilli".
Se oggi gli presentassero il rinnovo di contratto, Mourinho lo firmerebbe? "È una domanda ipotetica, perché non è successo. A me non piace rispondere a domande ipotetiche, non c'è 'se', Se quella vicinanza, se quel sostegno mi ha fatto piacere? Certo che mi ha fatto piacere, perché io do tutto per la Roma e anche quando sbaglio, se sbaglio, ovviamente mi piace la riconoscenza che io faccio tutto quello che posso per aiutare la società. Ovviamente mi fa piacere questo. La vecchia domanda se ho dei contatti con la proprietà, se ogni volta che io parlo con la proprietà lo dico a voi, penso che anche la proprietà non sarà felice. Però oggi non è un segreto che qua sono il boss di due dei suoi figli. Siamo stati insieme, abbiamo parlato, il rapporto è positivo. Se tu mi chiedi se abbiamo parlato del mio futuro in relazione alla scadenza del mio contratto la risposta è no, non ne abbiamo parlato".
Infine l'allenatore ha espresso l'importanza di avere tutti i giocatori disponibili: "Abbiamo bisogno di tutti i giocatori nella nostra rosa. Tutti insieme, senza infortuni, con tutti i giocatori in un momento positivo di forma. Abbiamo bisogno di una rosa forte, che mi dia diverse opzioni, che mi aiuti anche a poter aiutare la squadra durante la partita con una panchina con diverse soluzioni. La verità è che lì a centrocampo le opzioni sono tante. Anche la crescita di Bove, che non è più il ragazzino che entra per pochi minuti come faceva 2 anni fa, l'anno scorso è cresciuto e quest'anno ancora di più. Lì abbiamo delle opzioni, non ci sono drammi perché troviamo sempre soluzioni, però ovviamente avere tutti disponibili lì è importante. Per farti un esempio, domani abbiamo Paredes, Cristante, Renato, Bove, Pellegrini e Aouar. Abbiamo 6 giocatori lì a disposizione, che è un numero ovviamente un numero ottimo. Renato è migliorato questa settimana, controlliamo ovviamente il carico di lavoro, manca qualcosina per arrivare alla sua intensità massimale. Lorenzo ha fatto una settimana di lavoro ottima, anche con un buon lavoro supplementare. Con quel gruppo di giocatori siamo a posto, però abbiamo tante partite importanti, dopo a inizio gennaio subito coppa ed eventualmente una seconda partita di coppa se vinciamo la prima. È tutto lì, ovviamente abbiamo bisogno di tutti i giocatori per la nostra difficoltà ovvia, chiara e difficile lì dietro con i difensori centrali, e ovviamente con Ndicka che parte sarà ancora più difficile".