Federico Dionisi è un ragazzo con il cuore grande così. E’ uno che nei valori umani ci crede per davvero: ne ha fatto una vera missione. Te ne accorgi quando lo senti parlare di due argomenti apparentemente distanti, ma sostanzialmente tenuti insieme da un filo invisibile ma non per questo sottile. Il Frosinone e Piermario Morosini. Rispettivamente sono la sua squadra ed il suo amico del cuore. “Ci dobbiamo rendere conto che nella vita siamo stati fortunati - racconta Federico Dionisi a gianlucadimarzio.com - Piermario era un ragazzo come noi che amava giocare a calcio”, aggiunge con un pizzico di tristezza che ci mette un attimo a diventare emozione. Perché ogni qual volta Dionisi fa gol punta le dita al cielo e dedica la rete all’amico che non c’è più. “La sua morte mi ha segnato profondamente ed è una gioia per me ricordarlo quando segno perché penso che sia il minimo che possa fare per lui”. Federico e Piermario erano compagni di squadra al Livorno e oggi, da lì su, Morosini può gioire spesso perché Dionisi è uno che di gol ne segna davvero tanti.
Non più per il Livorno, ma per il Frosinone, l’altro grande amore dell’attaccante nato a Rieti. Un amore tale che non poteva certo essere la retrocessione in serie B a romperlo. “Durante l’estate abbiamo ricevuto alcune proposte per lasciare Frosinone ma per andare via da qui ci vuole molto di più di una semplice offerta economica invitante. Con molta serenità abbiamo deciso di ripartire insieme per dimostrare a tutti che possiamo ancora stupire sul campo”.
Lo dice con un filo di orgoglio, perché lui - come i Ciofani, Soddimo, Paganini, Bardi e tanti altri - di questo Frosinone sono il cuore pulsante. E sabato, proprio grazie ad una doppietta di Dionisi, hanno vinto il derby casalingo contro il Latina, non esattamente una partita come le altre per i tifosi del Frosinone. “La squadra si prepara con grandi aspettative a questo match. Due anni fa avevamo vinto in casa e in trasferta e loro avevano voglia di rivincita”. Ma oramai a Latina hanno capito che quando c’è Dionisi in campo non c’è speranza. “Se giocassi sempre contro il Latina sarei il capocannoniere del campionato fisso”, quattro gol in tre partite costituiscono un bottino che parla da solo.
E pensare che con l’arrivo di Marino in panchina qualcuno aveva messo in discussione il ruolo di Dionisi che nel 4-3-3 avrebbe faticato a giocare da esterno d’attacco. “Mi sto trovando bene perché il nostro è un 4-3-3 un po’ atipico: la mezzala dalla mia parte torna spesso. E comunque se c’è da fare il terzino o il portiere per me fa lo stesso, l’importante è mettersi a disposizione della squadra”. Eccolo che torna il grande cuore di Federico. Che contro il Latina ha esultato due volte, con dedica a Piermario ma anche con il solito gesto con il quale mima una sorta pompa di benzina. “E’ un’esultanza che viene da molto lontano, dai tempi di Celano in Lega Pro. Un dirigente aveva una stazione di rifornimento di benzina e ogni volta che facevo gol mi faceva il pieno di benzina se facevo quel gesto. Continuo a farlo perché mi ricorda da dove sono partito”.
Dalla C2 alla serie A, con un cuore grande così e tanta benzina in corpo per segnare, segnare e poi segnare ancora, non solo nei derby.