Otto gol e tre assist nell’ultimo campionato di Serie B, talento pure che fa gola a molti. Trequartista, all’occorrenza seconda punta, Leonardo Morosini (classe 1995) è uno dei gioiellini più lucenti dell’argenteria Brescia: oggi lo cercano Juventus e Napoli, senza dimenticare Bologna e Atalanta. Noi lo abbiamo intervistato per la prima volta il 20 novembre del 2014: ecco il ritratto del Morosini fuori dal campo. Tra libri, nonno e pianoforte…
“La musica riempie il vuoto, suono il pianoforte da quando ho otto anni, la mia è una passione infinita. Sì, lo ammetto: sono un musicista mancato, cullo ancora il sogno di iscrivermi al Conservatorio in futuro”. Allontano il telefono dall’orecchio, faccio illuminare il display. “Sicuro che non ho sbagliato numero?!”, chiedo tra me e me. “Amo tutti i generi, dalla musica giovanile ai cantautori italiani passando per i grandi gruppi inglesi: mi piace fare le cover al pianoforte”. Il dubbio persiste, s’insinua sempre più. Leonardo, e del gol al Bologna cosa mi dici? “E’ stata una settimana traumatica per me – racconta Leonardo Morosini, trequartista classe ‘95 del Brescia in esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – da quando ho iniziato a capire che potevo essere della partita faticavo a dormire la notte. Per fortuna è andata bene”. Anche a me, penso più rilassato dopo che ho capito che il numero digitato era quello giusto.
“Venivamo da una settimana difficile, poi giocare in uno stadio come il Dall’Ara contro il Bologna... C’era una tensione generale”. Trasformata, però, in energia positiva. “Il gol è stata una gioia incredibile: la corsa sotto la curva, l’abbraccio con i tifosi, i compagni ed i componenti dello staff. Che sensazioni!”. E una dedica che non teme confronti. “Il pensiero non può che andare a nonno Luciano, ne ha fatti di sacrifici dietro me: Bergamo-Brescia, 120 km tra andata e ritorno ogni mattina per portarmi a scuola, aspettarmi all’uscita ed accompagnarmi agli allenamenti. Ha 74 anni ma la forza di un 20enne: è da lui che trovo la giusta carica quando le cose vanno mene bene”. Come la parentesi con l’Albinoleffe, dopo 5 anni trascorsi nel settore giovanile dell’Inter. “Giocavo poco, però in un torneo in Svizzera riuscii a mettermi in mostra: mi cercò il Fulham, ma andai a Brescia. Mai scelta migliore: questa è una grande piazza, esigente, Brescia è la mia isola felice”.
Sorrisi, come quelli regalati da Morosini con la rete del successo sul Bologna siglata a pochi minuti dal fischio finale. “Nessun festeggiamento particolare, sono rientrato a Brescia tardi e sono stato a casa di amici fino alle due, ma alle 6:30 del mattino ero già sveglio per correre a comprare i giornali: ho anticipato mio nonno di pochi minuti, ci siamo incontrati proprio davanti all’edicola, così ne abbiamo approfittato per andare a fare colazione insieme”. E poi, magari, l’ultimo ripasso ai libri. Già, proprio così. Perché il weekend perfetto di Leonardo si chiude lunedì, con il primo esame universitario conseguito con il massimo dei voti. “Sono iscritto alla Facoltà di Lingue, ho superato la prima prova con 30. Bene dai... Un modello? Roby Baggio: un idolo sia per quello che ha mostrato in campo sia fuori. Spero un giorno di riuscire a incontrarlo…”. Dai libri, al campo, alle note del pianoforte: Leonardo Morosini ha trovato lo spartito giusto. Talento innato, giudizio unanime, l'X Factor della B ha già il suo grande favorito.