Grinta, coraggio e voglia di non mollare mai. Dove non arrivano le idee e il gioco, gli uomini di Stroppa sono spesso riusciti a metterci quel qualcosa in più. Era già successo, sempre in casa, contro Frosinone e Perugia, così è stato anche contro il Parma. Oggi - a due minuti dallo scadere - ci ha pensato un guizzo di Gytkjaer a pareggiare i conti dopo l’eurogol di Vazquez che aveva portato gli ospiti in vantaggio. Cuore, prima di ogni altra cosa.
“Chi ci crede combatte, chi ci creda supera tutti gli ostacoli, chi ci crede vince”. Questo il motto di Christian Gytkjaer, protagonista a sorpresa e ancora una volta decisivo. Lui è uno che quando viene chiamato in causa il suo lo fa sempre. Tanta grinta e una lotta continua su ogni pallone. Anche oggi, con il suo ingresso in campo, ha cambiato il volto del match. Poi il gol, che è la ciliegina sulla torta. In carriera d’altronde ha sempre segnato tanto. Prima in Danimarca al Rosenborg, poi in Polonia con il Lech Poznan dove si è consacrato. Diciannove gol il primo anno - due in meno del capocannoniere Piatek - e 24 il secondo con tanto di Scarpa d’oro del campionato polacco. Numeri che hanno convinto il Monza, che ora sorride e ringrazia.
Doppia cifra e un Vázquez sempre più leader
Gol, assist, giocate e chi più ne ha più ne metta. In una parola: leader. Con la gemma di oggi sono dieci gli squilli di Vázquez in campionato. Doppia cifra. Erano più di otto anni che non segnava così tanto. Allora era la stagione 2014/2015, la maglia quella rosanero del Palermo e in panchina c’era lo stesso allenatore di ora: Beppe Iachini. Uno dei fattori chiave della sua rinascita. Questione di feeling. Negli ultimi due mesi il Mudo ha sempre lasciato il segno: 5 gol e 3 assist nelle ultime otto. Uomo squadra.
Contro il Monza Vazquez ha dettato legge e non solo per il gol - splendido - che ha sbloccato la partita. È stato il filtro tra centrocampo e attacco, tra colpi di tacco e cambi di gioco. Poi al 30’ ha gelato l’U- Power Stadium con un sinistro a giro imparabile sul secondo palo. Una meraviglia per gli occhi.
Alla classe oggi ha aggiunto anche spirito di sacrificio e un paio di ottimi recuperi difensivi, simbolo di quanto sia un giocatore intelligente ancor prima che il più forte dei ventidue in campo. E anche per distacco.
In estate aveva detto di essere alla ricerca di un progetto che lo facesse sentire di nuovo importante, dopo che a Siviglia le cose nell’ultimo anno non erano andate per il verso giusto: tante panchine, un solo gol e pochi sorrisi. A Parma ha trovato la sua isola felice.