Destini diversi e un passato in comune. È la storia di Vincenzo Montella e Luciano Spalletti. Roma, ma prima ancora Empoli. Montella il giovane attaccante che in prima squadra ha tutto da imparare, Spalletti invece il centrocampista esperto al termine della carriera da giocatore e che già studia da allenatore. Era l’Empoli di Guidolin, ma nel ’94 diventerà quello di Spalletti. Messo subito alla prova, riuscì a salvare i toscani dalla retrocessione nelle ultime sei giornate.
Ma non è tutto. Luciano e Montella, ancora loro. Si ritrovarono alla Sampdoria nel ’98, prima del trasferimento dell’aeroplanino a Roma per vincere l’unico scudetto della sua carriera. E proprio a Roma si rincontrano per l’ultima volta dalla stessa parte.
Poi i destini si oppongono, perché nel 2007 è Montella ad essere sul tramonto della carriera e Spalletti punta su Totti falso nueve. Il vero numero nove giallorosso lascia Trigoria. Con qualche rimpianto va in prestito verso il Fulham. Il suo armadietto però rimane occupato: “Non l’ho svuotato perché ritornerò a Roma”, disse prima di partire per l’Inghilterra per 6 mesi. Promessa mantenuta fino al 2009, giorno della sua ultima partita da calciatore, con Spalletti che rimane fino alla seconda giornata di quel campionato, prima di sbattere la porta e andare allo Zenit San Pietroburgo.
Quell’armadietto a Trigoria rimarrà di Montella ancora fino al 2011. Prima da allenatore dei Giovanissimi nazionali e poi in prima squadra, diventando a soli 36 anni l’allenatore di una squadra fatta in gran parte da quelli che erano stati i suoi compagni solo qualche stagione prima. Solo nove partite per rimpiazzare Ranieri, prima della Roma americana di Luis Enrique. Un arrivederci e non un addio alla Capitale. A Roma ha lasciato ricordi indelebili: l’unico a segnare quattro gol in un derby e le undici reti nelle ultime quindici partite nel 2001, l’anno scudetto. Indimenticabile l’ultimo gol al Parma in quella stagione, una rete alla Montella, sfruttando una ribattuta. Da allenatore invece la Roma è sempre stata una bestia nera: sette sconfitte e tre pareggi nelle dieci partite in cui ha incontrato i giallorossi.
Con Spalletti il rapporto non è stato mai idilliaco, ma il rispetto c’è sempre stato: “Il valore aggiunto della Roma è l’allenatore. Se dovessi scegliere toglierei proprio Spalletti”, le parole di Montella qualche mese fa. Da qui la replica dell'allenatore toscano: “Roma è casa di Montella così come l'Olimpico, lui conosce bene tutto e ci tornerà sicuramente”. Parole non di circostanza, ma di stima reciproca. Quell’armadietto a Trigoria però è stato riempito e svuotato più volte dal 2011. Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli, Garcia e per ultimo proprio Spalletti. In questo momento è difficile pensare ad un nuovo possibile incrocio di destini tra di loro, e allora è tempo di godersi quello in campo: tra il Milan di Vincenzo (che punta l'Europa League) e la Roma di Luciano (che punta la Champions). Entrambi guardano all'Europa, seppur da punti di osservazione diversi. Destini incrociati dall'inizio alla fine.