Se Monaco-Juventus fosse una "partita doppia" giocata a suon di fatturati, non ci sarebbe gara. I bianconeri, decimi per fatturato in Europa, con i loro 388 milioni di ricavi nel 2016, superano di circa € 220 milioni i ricavi della società francese che nella speciale classifica redatta dalla Deloitte (Footbal Money League 2017) non compare neanche tra le prime trenta posizioni.
Al 30 giugno 2016, infatti, il fatturato della società monegasca, comprensivo delle plusvalenze, è stato di € 168,3 milioni mostrando una marcata dipendenza dai ricavi da player trading (€ 91,1 milioni) pari al 54,1% del totale. Le cessioni di Martial, Kondogbia e Kurzawa su tutti, hanno contribuito su tale risultato. Il 26,7% dei ricavi è costituito dagli introiti dei diritti televisivi per € 45 milioni, i ricavi da sponsor e pubblicità ammontano ad € 15 milioni con un’incidenza del 8,9% sul fatturato. La capacità ridotta dello Stade Louis II (18.500 posti a sedere) non aiuta di certo i ricavi da gare che risultano pari a 3,6 milioni di euro con un’incidenza del 2,1% del fatturato. Gli altri ricavi ammontano ad € 13,6 milioni e mostrano un’incidenza del 8,1% sul fatturato.Il costo del personale è stato pari a € 82,48 milioni, superiore addirittura ai 77,2 milioni del fatturato senza plusvalenze. Gli ammortamenti pari a € 50,9 milioni e gli altri costi operativi pari a 27 milioni, portano ad un risultato operativo che, escludendo le plusvalenze, è negativo per € 83,3 milioni. Alla fine il risultato dell’esercizio segna, a giugno 2016, un valore negativo di 10 mila euro circa.
Il Club monegasco nel 2015 ha stipulato un accordo transattivo con l’UEFA per il Fair Play Finanziario e che riguarda le stagioni sportive 2015-16, 2016-17 e 2017-18, impegnandosi a registrare un deficit massimo di € 15 milioni per gli anni 2015 e 2016 e tornare in pareggio per il bilancio 2017. La Camera Investigativa CFCB, pochi giorni fa, ha peraltro confermato che il Monaco ha rispettato gli obiettivi fissati per la stagione 2016/17 mantenendo il regime transattivo anche per la stagione 2017/18. Per la Juventus l’esercizio 2015/2016 si è chiuso con un fatturato record di € 387,9, comprensivo di plusvalenza, l’11,4% in più rispetto ai € 348,2 milioni del precedente esercizio.
Il 50,2% dei ricavi è costituito dai diritti radiotelevisivi e proventi media che ammontano a € 194,9 milioni. Il 18% da sponsorizzazioni e pubblicità che ammontano a € 70 milioni in aumentano di € 16,8 milioni per effetto dei maggiori ricavi derivanti da sponsorizzazioni a seguito dei nuovi accordi con Jeep e Adidas entrati in vigore il 1° luglio 2015. Il 12% del fatturato è costituito da ricavi da gestione diritti calciatori che ammontano a € 46,4 milioni, in aumento di € 22,9 milioni rispetto al dato di € 23,5 milioni dell’esercizio precedente per effetto delle maggiori plusvalenze da cessioni definitive e maggiori ricavi per la cessione temporanea di calciatori. L'11,3% del fatturato è composto da ricavi da gare (€ 43,7 milioni) grazie alla elevata percentuale di saturazione dello Stadium ed ai suoi numerosi sold-out. La gestione diretta delle attività di vendita e licenza di prodotti ufficiali e l’organizzazione delle attività delle J|Academy, ha fatto registrare ricavi per € 13,5 milioni, pari al 3,5% del fatturato. Gli altri ricavi ammontano a € 19,4 milioni (5% dei ricavi totali) e includono principalmente lo Juventus Museum, le iniziative Membership e Stadium Tour ed i proventi delle attività no match day che si svolgono allo Juventus Stadium.
Quello della Juventus è un progetto che parte da lontano, dall’approvazione del piano di sviluppo 2011-2016 finanziato attraverso un aumento di capitale di 120 milioni di euro e dal lavoro e competenza di tutto il management con al vertice il presidente Andrea Agnelli. Si è passati così dai € 172,1 milioni di fatturato dell’esercizio 2010/11 ai € 387,9 milioni del 2016, accompagnato da un risultato netto che nell’arco degli ultimi sei esercizi è passato da un -95,4 milioni del 2010/11 ai € 4,1 milioni del 2016. Un modello di business sostenibile che ha consentito di raggiungere standard elevati di risultati sportivi, garantendo alla società di Corso Galfer un equilibrio economico-finanziario necessario a consolidare il proprio sviluppo. Un piano che vedrà a breve la nascita del J|Village e la ristrutturazione del proprio brand che porterà nel medio periodo a raggiungere mercati e ricavi soprattutto oltreoceano, ed in particolare nelle aree di Cina, Giappone, Stati Uniti ed Australia.
Numeri alla mano, dunque, tra Monaco e Juventus non ci sarebbe partita. Ma nel calcio il fatturato, per quanto sia importante nella scelta degli investimenti, non è assolutamente prerogativa di vittorie. Barcellona e Manchester City ne sono l'esempio e lo hanno già vissuto sul campo proprio contro Juventus e Monaco.