Un salto all'improvviso, una promozione (quasi) inaspettata. Eccolo lì, Cristian Brocchi. Sorridente e felice, pronto per la grande occasione. Via Mihajlovic, ora tocca a lui. Prima gli Allievi, poi la Primavera. Ora, finalmente, allenatore del "suo" Milan. Farà bene? Chi lo sa. Intanto, ecco come la pensano alcuni dei suoi ex compagni:
ANTHONY SERIC - Parola al croato, con Brocchi al Verona nella stagione 1999/00: "Me lo ricordo bene da giocatore, dava il 100% - racconta Seric ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - farà lo stesso anche da allenatore. Poi è molto legato al Milan, posso soltanto parlarne bene. Certo, non sarà facile, ultimamente i rossoneri hanno cambiato molto, da Inzaghi a Mihajlovic. Riguardo quest'ultimo penso abbia fatto il massimo con la squadra che aveva a disposizione!". Scelta difficile, Anthony ci crede: "Per Cristian si tratta della prima tappa, ma è un bravo ragazzo, ci sa fare. Deve mettere a disposizione la sua idea di gioco, il suo pensiero. Spero che la società gli dia una mano". Poi i ricordi: "Nel '99 il Verona vinse il campionato di B raggiungendo la promozione. Brocchi portò la sua grinta, la sua voglia di fare. Dava ritmo alla squadra sì, ma decideva alcune gare per noi. In quella stagione contribuì a portare punti importantissimi". Infine, l'augurio col cuore: "Posso soltanto parlare bene di lui, sia a livello umano che caratteriale. Spero faccia bene, gli faccio un grandissimo in bocca al lupo!".
VINCENZO ITALIANO - Ancora Verona, i primi assaggi del grande calcio. Brocchi-Italiano a centrocampo, Prandelli allenatore. Promozione in A, Intertoto, tanti sogni: "Abbiamo trascorso due anni fantastici. Cristian arrivava dal Lumezzane, io ero un giovane della primavera salito in prima squadra. Dovevamo salvarci, poi vincemmo la B ed arrivammo in Intertoto l'anno successivo. Io e Brocchi ci mettemmo in mostra". Grande chance col Milan, Cristian è pronto: "Bisognerà seguirlo con curiosità e interesse, propone un calcio offensivo e propositivo. E' la sua filosofia di gioco. Non sarà facile trasmettere questi valori alla prima squadra, ma è un allenatore intelligentissimo, lavorerà sodo e darà il massimo per sfruttare questa opportunità. La società si fida, non può sbagliare e lo sa bene". Spazio agli aneddoti poi: "Furono due anni splendidi quelli di Verona, i primi da calciatori veri. Ricordo ancora la prima intervista che ci fecero, penso se la ricordi anche lui". Istantanee di tanti anni fa: "In città venne il Guerin Sportivo, ci intervistò in Piazza Bra. Conservo ancora la copia: eravamo ragazzini emozionati. Pensa, avevamo ancora i capelli! Ora li abbiamo persi tutti e due (ride ndr). Gli auguro il meglio, un grande in bocca al lupo da parte mia".
GIUSEPPE BIAVA - Dal Verona alla Lazio, dove Brocchi termina la carriera da calciatore nel 2013. 128 partite, 3 gol, cinque anni intensi di cori ed emozioni. Amatisimo dalla curva poi, testa e core dell'Olimpico biancoceleste. Poi un brutto fallo di Matuzalem e via, tanti saluti (in lacrime) al calcio giocato. E pensare che i due avevano anche giocato insieme. Vecchie ruggini? Chissà. La caviglia fa male, Cristian vince la Coppa Italia e saluta tutti. Con lui, quel giorno, c'era anche Beppe Biava, arrivato a Roma nel gennaio del 2010: "Cristian farà bene, è molto ambizioso. Inoltre è una persona eccezionale! Quando arrivai alla Lazio fu il primo ad accogliermi - rivela su GianlucaDiMarzio.com - mi spiegò com'era la situazione. Cercò di inserirmi in un nuovo contesto. Sempre disponibile, generoso, aiutava tutti. Porterà in panchina queste caratteristiche." Che tipo di allenatore è? "E' una persona schietta, diretta. Fa gruppo. Il mondo del calcio ha bisogno di gente come lui". Qualche aneddoto poi: "Veniva preso un po' in giro dagli altri, specie da Mauri. Ma in maniera scherzosa. Sai, era un po' fumantino! Ora ha una grande occasione, non sarà facile. Il salto è grande". Infine, un pensiero anche su Simone Inzaghi, ex compagno di Biava ai tempi della Lazio: "Da giocatore era un po' diverso da Brocchi, amava scherzare molto. Poi l'ho rivisto da allenatore ed era cambiato, un po' più serio. Maturato". Il parallelismo Brocchi-Inzaghi ci può stare: "Simone si è calato benissimo nella nuova realtà raggiungendo importanti risultati con la Primavera (tre trofei vinti, due Coppe Italia e una Supercoppa ndr). Il suo entusiasmo si è visto subito nella prima partita contro il Palermo, vinta 3-0. Ha riportato un po' di serenità". Già, serenità. Entusiasmo. Ciò che serve al Milan, quello Brocchi spera di riportare. Alla prima, vera, sfida da allenatore. In bocca al lupo.