Primo trofeo in carriera, Suso ha festeggiato il Natale facendosi il regalo più bello. L'esterno offensivo spagnolo sta vivendo la stagione del definitivo riscatto, dopo essere stato etichettato troppo presto come "bidone". Suso si è raccontato in una lunga intervista concessa a Marca:
"La stagione migliore della mia carriera? Può darsi. Nel calcio non si sa mai, il rendimento dipende da tante cose. Magari con un allenatore diverso da Montella non sarebbe andata così. Mi ha visto nei mesi del Genoa, è stato l’allenatore della Sampdoria a cui ho segnato due gol nel derby. E’ un allenatore che non ha paura di puntare sui giovani, lo sta dimostrando con i fatti. E’ un tecnico alla spagnola, a cui piace giocare con la palla, cerca sempre di avere il controllo del gioco. Contro la Juventus, era un’occasione d’oro per vincere un trofeo. Abbiamo battuto due volte la Juventus quest'anno e sea San Siro la partita è stata più equilibrata, nella Supercoppa abbiamo giocato molto meglio di loro. E' il mio primo titolo: la squadra aveva passato cinque anni senza vincere nulla, essere in grado di battere la Juve è stato meglio dell’impossibile".
Differenze tra allenamenti spagnoli e italiani: "In Italia ci si allena molto: me l’avevano già detto prima di firmare con il Milan e posso confermarlo. Inzaghi, Mihajlovic, Gasperini e Montella, con tutti mi sono allenato molto di più di quanto accadeva in Spagna. Non ho mai corso così tanto in vita mia come l'anno scorso a Genova. Non avrei mai pensato si potesse lavorare così tanto a metà stagione, però si vedono i frutti credo...". Al Milan una svolta anche mediatica: "E' chiaro che giocare con una piccola squadra non è lo stesso, a Milano è tutta un'altra cosa: ora si parla molto di più di me perché sono in un grande. Gli avversari mi studiano, mi conoscono meglio, adesso sono quasi sempre raddoppiato. Bonaventura mi paragona a Silva? Me lo dice spesso: per me è un onore".
Rinnovo? "Abbiamo parlato per due settimane del rinnovo: rimangono due o tre punti da vedere, ma credo che non ci sarà nessun problema. Berlusconi? L’ultima volta che l’ho visto è stato dopo il derby contro l’Inter, dove ho segnato due gol. E’ sceso negli spogliatoi e mi ha fatto i complimenti, dicendomi che avevo giocato molto bene. Non posso che essere felice delle parole del presidente. Tornare in Spagna? Sto passando le vacanze a Cadice con la mia famiglia, i miei amici e la mia terra. Milano è molto confortevole, è una grande città e non voglio tornare indietro. Penso comunque di essere già in grado di poter giocare in squadre come Barcellona, Atletico e Real Madrid, lo sto dimostrando. Sono stato a contatto con alcuni giocatori in Nazionale e ho dimostrato che il mio livello è quello. Però voglio continuare a crescere" .
Differenze tra Premier e Serie A: "In Inghilterra il gioco è più veloce, un po’ folle. In Italia regna il rigore tattico, sia in attacco che in difesa. Giocare nei due campionati mi ha aiutato a diventare più completo. Di Cadice ricordo il calcio di strada. Sono andato a Liverpool a 15-16 anni, molto presto, ma non mi scorderò mai del calcetto praticato in Spagna. Compagno più forte? Luis Suarez. Donnarumma? E’ davvero molto forte. Colpisce vedere un giocatore così giovane ma così bravo alla sua età. Ogni volta che lo vedo dico: 'Che forte, cazzo! E’ un animale'. Bacca? Penso che rimarrà fino a giugno, lo vedo felice. Sappiamo però che nel calcio tutto cambia da un momento all’altro, ma è meglio per noi se rimane".
In chiusura d'intervista Suso manda la letterina al 2017: "Chiedo in genere la salute, l’assenza dagli infortuni. Poi una qualificazione con il Milan in Champions e una chiamata dalla Nazionale. Anche solo la lettera di pre-convocazione di novembre è stata importante, perché ha dimostrato che vedevano ciò che stavo facendo e che volevano puntare su di me".