Trentuno presenze, 7 gol e 10 assist: stagione della consacrazione per Suso. L'esterno spagnolo vede solo rossonero nel suo futuro e spera nei rinforzi estivi per colmare il gap con il vertice del nostro campionato. Intanto c'è il derby e stavolta nessun fioretto: "Non ci ho pensato e non direi più nulla! Se lo dico non succede, oppure rischio di doverlo fare davvero. Sto bene, rientrato dall’infortunio non ho sentito stanchezza, anzi ho buone sensazioni. Sono a 7 gol, arrivassi a quota 10 magari sì…tornerei a casa a piedi. Ma non ci penso, giuro: preferisco fare assist".
Nessun favorito: "Non penso ce ne siano mai in partite del genere. Loro cominceranno al massimo per far vedere di voler vincere, arriveranno depressi dalla sconfitta e dal ritiro anticipato. Noi però concentriamoci sul nostro lavoro: l’errore da non ripetere è non abbassarsi troppo come all’andata dopo il 2-1, semmai ci ritrovassimo in vantaggio. A loro toglierei Icardi, facile, perché fa gol. E poi Banega che seguivo bene al Siviglia e che qui non sta ancora andando al massimo".
Suso è diventato un punto fermo del Milan: "Sono cresciuto in concentrazione. Con Montella ci siamo trovati subito: mi piacciono il fatto che usi sempre la palla e i suoi principi di gioco. E’ uno stile adatto a me, come a Deulofeu. Spero che Montella rimanga anche se non decido io: per me è stata la persona più importante. Mihajlovic? Con Sinisa non giocavo, all’inizio però ci parlammo e decidemmo che restassi al Milan, che non sarei andato via in prestito. Mi fece giocare trequartista con l’Empoli alla seconda giornata, togliendomi dopo meno di un’ora. Poi il nulla, non mi fece nemmeno più scaldare. Non mi ha capito, non c’era comunicazione".
Futuro: "Qui sono felice, non so più quante volte l’ho detto. Vediamo cosa succederà in estate con la società. Il closing? Non so se sia meglio o peggio, magari cambia poco. Quando ero al Liverpool ho vissuto una situazione simile: la vendita della società e l’arrivo di tanti nuovi. Io ero giovane ma avevo già giocato tante partite: mi misero lo stesso in un angolo, con un solo anno ancora di contratto. Volevo cambiare: arrivò il Milan, perfetto. Stavolta però non credo comprino troppi giocatori, almeno non esterni mancini. Basta poco per puntare la Champions, che vorrei tanto giocare. Basta cambiare poche cose, magari 4-5 giocatori per costruire una squadra più completa".
Dybala? "Non è da Pallone d’Oro, è troppo lontano da Messi, non c’è proprio paragone. E Dybala ha anche molti altri giocatori davanti: lui gioca nella Juve e fa la Champions ma prima di parlare di Pallone d’Oro...". In chiusura d'intervista Suso parla anche della Nazionale: "Se mi chiamano, corro. Magari sarei stato nel gruppo anche ultimamente se non mi fossi infortunato, ma nessuno può saperlo. Io faccio il massimo e sogno settembre, quando si giocherà Spagna-Italia".