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Data: 23/09/2017 -

Milan, Suso: "Il 3-5-2 non è un problema. Barça e Real? A certe squadre non puoi dire di no..."

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Da Kalinic a Cutrone, da Borini ad Andre Silva, il Milan, in estate, ha rivoluzionato il reparto offensiva. Montella, adesso, si gode i suoi nuovi gioielli. Senza dimenticarsi, però, di chi invece c’era già, e lo scorso hanno si è rivelato determinante in più occasioni: Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre. Oppure, più semplicemente, Suso. Quel ragazzo spagnolo che ora gioca in Nazionale, ma che, appena arrivato in rossonero dal Liverpool, trovò pochissimo spazio. “La svolta è arrivata con il prestito al Genoa - ha raccontato l’attaccante ai microfoni de Il Fatto Quotidiano -. A Gasperini devo tanto, prima di andare in rossoblu sia Inzaghi che Mihajlovic non mi fecero giocare molto. Eppure, dopo avermi visto in amichevole contro la Reggiana, Berlusconi chiese a Inzaghi perché non mi facesse giocare…”. Ormai la storia è cambiata e Suso, dopo una grande stagione, è stato anche convocato in Nazionale: “Quando entrando nello spogliatoio e vedi tanti campioni, capisci che è già tanto stare con loro. Soltanto giocandoci insieme, poi, ti rendi conto che sono ancora più forti di quanto pensassi”. Titolarissimo lo scorso anno, adesso Suso si gioca il posto nel 3-5-2, insieme ai tanti nuovi arrivi. Il cambio di modulo, però, “non è un problema. Mi sento più libero giocando da esterno destro, ma sono a disposizione del mister e credo di poter fare bene anche come seconda punta. E poi, sono abituato alla filosofia spagnola: noi siamo più elastici, qui, invece, o fai l’esterno o fai la seconda punta, sono due cose separate”. A proposito di Spagna, Suso ha ripetuto più volte di non sentirne la mancanza. Certo, se arrivasse una chiamata importante…Se a volerti sono Real e Barcellona non puoi dire di no. Scherzi a parte, il Milan ha sempre detto di non volermi cedere e io ho sempre detto di voler restare qui”. Suso, in rossonero, può crescere ancora tanto. E la squadra con lui. Tempo di scudetto? “Non ancora, possiamo puntare alla Champions League, ma al momento Napoli e Juve sono avanti. Gli azzurri giocano un calcio strepitoso”. Stando alle voci di mercato estive, quest’anno, nel tridente di Sarri, avrebbe potuto giocarci anche lui: “Mi hanno cercato, così come Roma e Inter - ha raccontato lo spagnolo -. Ma, ogni volta che riferivo delle offerte alla società, mi ribadivano che non mi avrebbero ceduto. Ero felice, era quello che volevo anch’io”. Magari, proprio con Sarri, Suso avrebbe giocato da centrale offensivo, cambiando ruolo come è successo a Mertens: “Sono cose imprevedibili, Dries si è riscoperto attaccante in seguito all’infortunio di Milik”. Dal Liverpool al Milan, per arrivare in alto Suso ha fatto tanti sacrifici: “Ricordo, quando ero un ragazzino, chiesi alla prof di spostare un esame perché dovevo giocare una partita. Non mi diede rette e mi bocciò. Due mesi dopo, le riferii che mi aveva preso il Liverpool…”. In Inghilterra, però, il numero 8 rossonero ha faticato tanto: “Mi resi conto che non era l’ambiente giusto per me. Ero io in primis a non crederci più. E, secondo me, quando sei giovane e non ci credi più, è arrivato il momento di cambiare aria”. A Milano, finalmente, Suso ha trovato i suoi spazi. E i risultati si vedono, anche sul campo. E fuori, invece? Non è esattamente il tipico calciatore… “Sono il tipo di persona che non esce quasi mai da casa, se non per passeggiare i miei tre yorkshire. Amo stare sul divano a guardare la tv… Persino al cinema, ci vado solo per fare contenta la mia ragazza!”. Nei multisala, Suso fa felice la sua fidanzata. Invece, in campo, regala bonus ai fantall… “No, vi prego! Non capirò mai questa cosa degli italiani. Ti fermano per strada dicendoti ‘Ehi! Ti ho preso al fantacalcio, devi segnare!’. Non importa che il Milan vinca o perda, basta che segni io. E non lo fate nemmeno per soldi… siete strani, voi italiani!”.



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