Fino a questa stagione M'Baye Niang non è mai andato oltre le 5 reti a campionato: sarà l'anno buono per raggiungere la doppia cifra? L'età è ancora dalla parte del franco-senegalese, che Adriano Galliani, nell'estate del 2012, andò a prelevare di nascosto con un blitz a Caen, per evitare l'inserimento di altre squadre. Sono passati 4 anni e M'Baye nel Milan si è reso famoso più per le bravate fuori dal campo che per la bravura sotto porta:
"Per quanto riguarda l’incidente stradale, mi è servito di lezione" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Sono rimasto fuori tre mesi, so che la squadra aveva bisogno di me e mi è spiaciuto molto. Quando sono uscito dalla macchina e ho visto com’era conciata mi sono detto: 'Sei stato fortunato, ti fa male solo la caviglia, e questa è una cosa che si può curare'. Mi sono spaventato molto, con la velocità non si scherza. Tuffo in piscina? E’ stato un gioco in cui non vedevo nulla di male. Non ho pensato alle conseguenze. Quando ero lassù non percepivo il pericolo. Insomma, ero in alto ma non così in alto... Poi ho visto il video e mi sono reso conto. Capisco che, dopo un infortunio come il mio, la gente possa pensare che sono scemo. Ho sentito dire che ho fatto quella sciocchezza per farmi cacciare, ma non è vero. Se sono qui è perché voglio restare qui".
Niang è carico e promette il riscatto: "In tutta umiltà, credo di essere uno di quei giocatori da cui ripartire. Ho molta personalità, posso essere importante per questa squadra. Mi sento pronto a sopportare tutte le pressioni e ad avere responsabilità. Sono cresciuto come uomo e come calciatore. Voglio tornare in Europa, avere una stagione senza infortuni e fare tanti gol. Non ho mai pensato di andare via. Ho la testa qui, sono felice. Leicester? Quando Ranieri mi ha chiamato ho ascoltato la proposta, poi ne ho parlato con Galliani e Mihajlovic e si è deciso di non farne nulla. E comunque al Leicester avrei giocato solo se Vardy si fosse fatto male. Montella? Mi hanno fatto molto piacere le sue parole, perché è uno che di solito non ama parlare dei singoli. Con Montella è stato come con Mihajlovic: feeling a pelle, e poi quando parli con un allenatore capisci subito se ha davvero bisogno di te".
Ruolo preferito? "Centravanti o seconda punta, ma se devo giocare esterno lo faccio senza problemi. La prima volta fu con Allegri, a destra. Da lui ho imparato tanto. Ho grandi margini di miglioramento. Aspetto da migliorare? Il gioco di testa. Sbaglio sempre il timing. Se mi metti davanti a una porta vuota, la butto fuori. Meno male che ci sono i piedi... Punti forti? La velocità. E poi la personalità. Non ho paura di nulla, anche se in certi frangenti dovrei imparare a controllarmi di più, a essere più freddo. Barcellona? Dopo quel paolo sarei potuto crollare, invece ho pensato solo a lavorare e ora sono migliorato molto nella freddezza davanti al portiere. Avete visto col Bayern l’altra sera, no? Ci ho lavorato su molto e adesso so dove tirare, guardo il portiere e non la porta, sono più lucido".
Tre estimatori di Niang: "Gasperini e Mihajlovic sono quelli che più mi hanno aiutato a migliorare e hanno avuto fiducia in me. Berlusconi? Il presidente, quando lo incontro, mi dice sempre che devo continuare a lavorare duro. E io quando so che viene a Milanello, mi tolgo gli orecchini prima di vederlo... Menez e Balotelli? Sono due amici. Jeremy ha avuto molta sfortuna con l’infortunio. Mario si vedeva che voleva restare, ma quello che conta è il campo: evidentemente, col talento che ha, secondo il club non ha reso abbastanza. Comunque in attacco siamo messi bene, per me non c’è nemmeno bisogno di rinforzi".
