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Data: 20/11/2016 -

Milan, Kakà: "Sono milanista, ma spero che tornino a vincere anche gli interisti: non il derby ovviamente"

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Sette stagioni in rossonero: qualche derby Kakà l'ha giocato. L' "extraterrestre" si è pure levato la soddisfazione di segnare nella stracittadina di Milano, quando Milan e Inter erano il top a livello mondiale. Il derby di questa sera, seppur non al livello di quelli disputati una decina di anni fa, diventa imperdibile anche per l'ex "bambino d'oro":

"Ho giocato tanti derby in Brasile, ho giocato Real Madrid-Barcellona" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Ma il derby di Milano è un’altra cosa, credetemi. Nella sfida fra le due spagnole c’è la rivalità fra due città diverse, c’è la politica. A Milano c’è una città sola con due squadre ricche di storia che giocano nello stesso stadio. È una cosa che, insieme a tante altre, fa di questo derby qualcosa di unico". Amarcord derby: "Certi momenti intensi sono belli da vivere. Ricordo il debutto nel derby, feci subito gol, ma mi ricordo soprattutto il derby che abbiamo vinto 3-2 in rimonta nel febbraio 2004. Partii da metà campo e infilai la palla nell’angolo basso. Sarà stata l’atmosfera, il momento, il fatto di essersi trovati in difficoltà. Vincemmo con gol di Seedorf ma anch’io quella sera ho segnato un bel gol. E poi mi ricordo i derby di Champions League: erano anni belli per le milanesi".

Sulla cessione societaria Kakà ha le idee chiare: "Di solito sono ottimista e tendo a vedere il lato buono delle cose. Non possiamo dimenticare il Milan di Berlusconi e Galliani, ma dobbiamo accettare il cambiamento. Forse, potendo scegliere, questo non sarebbe stato il passaggio di consegne ideale, però non sempre si può scegliere. Ora la Cina è una potenza economica e mi auguro che la nuova proprietà riporti il Milan dove deve stare, cioè in alto. In Italia e anche in Europa. Maldini? Paolo conosce il Milan e l’Italia molto meglio di me. Da milanista vorrei vederlo nel club, ma lui sa se può aiutare, e se con la sua maturità decide di non rientrare nel club avrà i suoi motivi".

Tra un impegno in MLS e l'atlro, l'ex 22 rossonero trova anche il tempo di vedere le partite di serie A: "Ho seguito Milan-Juve e sono stato contento di vedere il Milan battere i bianconeri, mi mancava. Montella mi piace: è al terzo posto, lavora con i giovani e sta facendo bene con i giocatori che ha. Donnarumma è il mio preferito, un fenomeno. Non ho avuto il piacere di stare con lui nello spogliatoio ma mi pare un bravissimo ragazzo. Cambio squadra? Deve fare i suoi ragionamenti e deve tenere presente che è in un club che ha fatto la storia". Un giudizio sull'Inter: "Hanno sofferto un po’, stanno cambiando ancora. Io mi auguro che sia un bel derby e che tutti e due i club tornino a essere importanti. Sono stato e resto milanista, ma spero che vincano un po’ anche gli interisti. Non il derby, ovviamente, ma in generale vorrei rivedere Milano tornare ad avere grandissimi successi".

Anche in America c'è un pezzo d'Italia: Nella mia vita resta tanto Milan e tanta Italia. Non torno a Milano da quando sono andato a giocare negli Stati Uniti, ma ora con me in Florida c’è Nocerino, è sempre molto informato e parliamo molto di questo Milan. Nesta? Lui allena a Miami e ci siamo incontrati quando è venuto a vedere le nostre partite. All’All Star Game invece abbiamo fatto un tavolo di italiani con Pirlo e Giovinco. Ci siamo divertiti". Futuro? "Ho un anno di contratto, quando scadrà nel 2017 vedremo. Questa potrebbe anche essere l’ultima stagione di calcio giocato, poi mi metterò a studiare per prepararmi a un nuovo ruolo, ma il calcio è la mia casa e continuerò a lavorare nel calcio. Certo mi vedo più dietro a una scrivania che in campo, o meglio a metà strada. Mi piacerebbe un lavoro di raccordo fra società e club e Leonardo è certamente la figura più adatta a spiegare che cosa penso di fare. Ma c’è tempo per prepararsi e pensare".



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